«Il versamento di 25 mila € c'è
ma solo per un'opera di carità»

«Quei 25 mila euro Locatelli li versò, sì. Ma si trattava di soldi destinati ad un'opera di carità: andarono a beneficio di una persona in difficoltà. Tutto è documentabile e dimostrabile». Lo afferma Pietro Biancato, legale di Rossano Breno.

«Quei 25 mila euro Locatelli li versò, sì. Ma si trattava di soldi destinati ad un'opera di carità: andarono a beneficio di una persona in difficoltà. Tutto è documentabile e dimostrabile». Lo afferma l'avvocato Pietro Biancato, che assiste l'ormai ex presidente della Compagnia delle opere di Bergamo, Rossano Breno, e l'ex vice presidente, Luigi Brambilla, indagati per corruzione nella vicenda delle presunte tangenti che l'imprenditore Pierluca Locatelli avrebbe versato nel tentativo di velocizzare l'iter autorizzativo della discarica di amianto a Cappella Cantone.

Locatelli avrebbe versato il denaro tramite Rossano Breno, ma – è la tesi difensiva – lo fece a scopo di beneficenza. Il legale smentisce invece in maniera perentoria l'esistenza di uno o più pagamenti da 185 mila euro per consulenze fittizie: «Questa operazione non c'è mai stata, non risulta nessun pagamento di questo tipo. Smentisco qualsiasi ipotesi di tipo corruttivo e ritengo che l'avviso di garanzia ai miei assistiti sia stato recapitato in maniera funzionale, come atto dovuto, al solo scopo di effettuare alcuni riscontri, e non per fotografare dati di fatto relativi a una presunta corruzione di cui non c'è traccia. Altrimenti non si spiega perché gli inquirenti abbiano atteso quasi un anno, se avessero ritenuto di avere elementi rilevanti nei loro confronti. Se i magistrati vorranno sentirci, siamo a disposizione».

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