Cromo esavalente nella falda
Ciserano ora chiede i danni

Il Comune di Ciserano è pronto a chiedere i danni per il cromo esavalente. Lo farà anche in rappresentanza degli altri Comuni (Arcene, Verdellino, Treviglio e Castel Rozzone) la cui falda acquifera è stata contaminata.

Il Comune di Ciserano è pronto a chiedere i danni per il cromo esavalente. Lo farà anche in rappresentanza degli altri Comuni (Arcene, Verdellino, Treviglio e Castel Rozzone) la cui falda acquifera è stata contaminata. Nei prossimi giorni invierà alle tre ditte individuate come responsabili dell'inquinamento, tutte concentrate nella zona industriale di Zingonia, una lettera di avviso di avvio del procedimento.

In pratica il Comune le avviserà che è pronto a procedere con il recupero dei soldi pubblici fino ad ora spesi per la messa in sicurezza della falda acquifera fra Zingonia e Treviglio: un milione e 600 mila euro. A questa cifra andranno aggiunti anche i due milioni che, è già previsto, dovranno essere spesi, fra il 2013 e il 2014, per mettere al sicuro la falda. Perché il cromo VI sversato infatti non è scomparso.

Alla barriera idraulica in via Solferino a Ciserano per intercettare la sostanza inquinante, che da Zingonia si diffonde verso sud, risultano ancora concentrazioni intorno ai 200 microgrammi ogni litro d'acqua. Oltre 5 si parla di inquinamento ambientale. Ci si sta quindi avvicinando alla resa dei conti. La Provincia ha proceduto a definire i confini dei plumes dell'inquinamento (ossia la parte della falda acquifera inquinata) indicando quindi quali sono le ditte responsabili già individuate, attraverso le sue analisi, dall'Arpa Bergamo. Si tratta della Cromoplastica, della Nuova Igb e della Cromec srl. Da ciascuna di queste ditte è stato accertato che è partito un plume di cromo VI (paragonabile nella forma al pennacchio di una ciminiera).

Secondo la relazione della Provincia quello della Cromoplastica e della Cromec ha interessato più Comuni. Quello della Nuova Igb è rimasto fino ad ora confinato nei confini di Verdellino. Dopo che il procedimento per il recupero dei soldi pubblici spesi (e che verranno spesi) sarà avviato, la palla passerà alle aziende che potranno accettare di pagare. Oppure dare il via, sulla base di contro analisi, alle loro contestazioni (opzione ritenuta più probabile). In questo caso il procedimento avviato dal Comune porterebbe ad una causa giudiziaria che servirà a definire chi è il responsabile dell'inquinamento della falda acquifera e in quale proporzione.

Per saperne di più leggi L'Eco di Bergamo del 3 ottobre

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