Torre Boldone, Sessa si è dimesso
L'annuncio in Consiglio venerdì 28

Claudio Sessa si è dimesso. Il sindaco di Torre Boldone ha già protocollato le proprie dimissioni dalla carica di primo cittadino, dimissioni che formalizzerà ufficalmente nella riunione del prossimo Consiglio comunale, in programma venerdì 28 alle 19.

Claudio Sessa si è dimesso. Il sindaco di Torre Boldone ha già protocollato le proprie dimissioni dalla carica di primo cittadino, dimissioni che formalizzerà ufficalmente nella riunione del prossimo Consiglio comunale, in programma venerdì 28 alle ore19. Dopo di che, trascorsi una ventina di giorni, sarà nominato un commissario prefettizio che traghetterà l'amministrazione fino all'elezioni, che, molto probabilmente, si terranno contestualmente alle elezioi politiche della primavera prossima.

Nella mattinata di mercoledì, Sessa si era messo in contatto con il prefetto di Bergamo, Camillo Andreana, al quale ha comunicato - via telefono - la propria decisione.

Le dimissioni sono seguite a un Consiglio comunale piuttosto movimentato svoltosi lunedì sera. Ecco la cronaca.
«Oggi andrò dal prefetto per metterlo a conoscenza di quanto sta accadendo a Torre Boldone. La situazione che si è venuta a creare è difficilmente risolvibile, conseguentemente a questo penso che a breve formalizzerò le mie dimissioni».

L'annuncio è arrivato ieri a tarda serata, dopo l'incontro previsto tra il sindaco Claudio Sessa e i capigruppo delle minoranze. Incontro che è stato «molto cordiale, ma capisco che politicamente non potevano sostenere la mia proposta di riuscire ad adottare insieme il Pgt. In ogni caso li ringrazio per averla presa in considerazione» dice Sessa. A far pensare anche a questa conclusione, le parole del sindaco, che suonano quasi come un addio: «Spero che almeno i cittadini si ricordino di quello che è stato fatto in tre anni come opere e servizi. Non so cosa farò in futuro, visto anche com'è in subbuglio tutta la politica. In ogni caso resterò attento a quello che succede in paese». Perché le dimissioni siano ufficiali, però, bisogna che il sindaco le annunci in Consiglio comunale, che potrebbe essere convocato per venerdì.

E proprio nel pomeriggio il gruppo Lega Nord di Torre Boldone, aveva diffuso un comunicato stampa tramite il quale faceva sapere che invitava il sindaco Sessa «ad affrontare pubblicamente la questione nelle sedi istituzionali opportune e nella più completa trasparenza» e aveva già presentato in comune una richiesta affinché venisse «convocato il prima possibile un Consiglio comunale straordinario, che consenta ai suoi elettori di capire cosa sta succedendo, sperando che trovi il tempo per spiegare il perché utilizzi come pretesto per spaccare la maggioranza il Pgt che, ribadiamo, siamo pronti ad appoggiare». Nel comunicato diceva poi di aver «appreso dalla stampa che il sindaco ha incontrato le minoranze, per trovare un accordo che gli permetta di proseguire il mandato evidentemente senza il nostro appoggio. Ci pare quantomeno inopportuno che una questione come il Pgt sia oggetto d'incontri in stanze più o meno segrete, con il rischio di far passare il messaggio che le scelte in esso contenute siano oggetto di contrattazioni meramente politiche, finalizzate a dare ossigeno ad un sindaco in chiara difficoltà».

Inoltre il comunicato faceva accenno anche alla questione parco e Pgt: «Siamo in paziente attesa, da ormai dieci giorni, che il sindaco dia seguito all'affermazione di avere la soluzione per la tutela di entrambe le aree verdi che, se effettivamente consentirà di mantenerle tali, ribadiamo troverà il convinto appoggio da parte del nostro gruppo». Infine nel comunicato si fa accenno anche alle critiche mosse dal Pdl circa la coerenza del gruppo Lega: «Ricordiamo che si può fare politica nell'interesse dei cittadini indipendentemente dalle poltrone che si occupano. Noi l'abbiamo dimostrato dando le dimissioni dagli incarichi assessorili, confermando in tal modo che l'unica questione che ci preme non è l'affermazione personale, ma il rispetto degli impegni presi con gli elettori».

Barbara Magnani

© RIPRODUZIONE RISERVATA