Emergenza prostituzione
I sindaci: non lasciateci soli
«I miei cittadini sono stanchi e i nostri sforzi da soli non bastano. Qui è un'emergenza e noi ci sentiamo abbandonati». Attilio Galbusera, sindaco di Osio Sotto lancia l'sos. Non usa giri di parole, va subito al sodo: la prostituzione è una brutta piaga.
«I miei cittadini sono stanchi e i nostri sforzi da soli non bastano. Qui è un'emergenza e noi ci sentiamo abbandonati». Attilio Galbusera, sindaco di Osio Sotto lancia l'sos. Non usa giri di parole, va subito al sodo: la prostituzione è una brutta piaga, a Osio Sotto la gente non ne può più e, dice, il senso di insicurezza e indignazione è sempre più dilagante.
«Quando si arrivano a fare pattugliamenti ogni due giorni, e tutto resta come prima, immagino che il cittadino possa pensare che non si fa niente, ma non è così...». Ecco perché ha preso carta e penna e scritto una lettera al prefetto Camillo Andreana per denunciare la situazione diventata ormai «un insostenibile problema» e per chiedere una mano «perché insieme si possano creare i presupposti per una comune e concreta azione».
Non è stato il solo. Un mese fa anche il sindaco di Dalmine Claudia Terzi aveva fatto lo stesso. L'ex statale 525, soprattutto da Osio Sotto a Dalmine, è il regno delle lucciole, tutte giovanissime, tutte dall'Est. Negli anni è cambiata la nazionalità delle prostitute, ma il problema c'era e continua a esserci. «E ora visto che il fenomeno è arrivato a certi livelli, ci aspettiamo che lo Stato faccia la sua parte. Noi da soli non possiamo più gestire questa situazione» dice senza mezzi termini Galbusera.
La lettera che porta il timbro della prefettura del 13 agosto non ha avuto finora risposta. «Forse come ho detto anche in Consiglio c'erano problemi più urgenti da risolvere. Ma questo a Osio Sotto è un problema molto sentito, anche perché le prostitute le abbiamo in mezzo al paese, tra case e negozi».
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