Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 07 Settembre 2012
Addio all'ex primario Vaccari
Gigante della Medicina ai Riuniti
Francesco Vaccari, ex primario di Medicina dei Riuniti, si è spento a 87 anni, nella serenità familiare della sua casa in via Sudorno, circondato all'affetto della moglie Rosanna e del figlio Matteo, curato fino all'ultimo da alcuni dei suoi ex allievi.
Si è spento a 87 anni, nella serenità familiare della sua casa in via Sudorno, circondato all'affetto della moglie Rosanna e del figlio Matteo e degli altri suoi cari, curato fino all'ultimo da alcuni dei suoi ex allievi, Fredy Suter, ex primario di Malattie infettive ai Riuniti, e Marina Mangia, medico nel reparto di Medicina, lo stesso che lui guidò, nell'Azienda di Largo Barozzi, con estrema capacità scientifica e doti di umanità che tutti, nessuno escluso, definiscono eccezionali: l'ultimo saluto a Francesco Vaccari è questa mattina, alle 10,30, nella chiesa parrocchiale Santa Grata Intervites in Città Alta.
«Se n'è andato un grande amico e un grande medico - racconta commosso Suter -. Lui, modenese d'origine, anzi di Carpi, si formò alla grandissima scuola del professor Storti, poi arrivò a Bergamo, come primario della Medicina dei Riuniti, dove restò fino agli anni Novanta, per spostarsi alle Gavazzeni. Fu un esempio per tanti di noi, che fummo tutti suoi allievi: aveva una visione non paternalistica verso il paziente ma di grande umanità, di estrema vicinanza. Un internista di eccellenza ma anche un geniale ematologo: non esagero se dico che fu lui a creare l'ematologia ai Riuniti».
Erano quelli, ricorda oggi Paolo Ferrazzi, direttore del Dipartimento cardiovascolare di Largo Barozzi, gli anni dei «grandi Riuniti»: «Un uomo e un medico eccezionale: grande amico del mio maestro Lucio Parenzan, e un maestro per tutti noi che a quell'epoca muovevamo i primi passi nella medicina. Con lui si sono formati nomi oggi di grande rilievo, penso a Giuseppe Remuzzi, solo per citarne uno. Seppe coniugare la sua eccellente vita professionale con una carica umana e di attenzione all'altro che raramente si vedono».
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