Il vescovo e la religione a scuola:
occasione per condividere i valori

«L'insegnante di religione non è soltanto un maestro di una disciplina o un comunicatore di una dimensione. Il suo ruolo fa riferimento a un'esperienza di vita ed è chiamato a un cammino di condivisione di valori». Parole del vescovo Beschi.

«L'insegnante di religione non è soltanto un maestro di una disciplina o un comunicatore di una dimensione. Il suo ruolo fa riferimento a una esperienza di vita ed è chiamato a un cammino di condivisione di valori all'interno di una comunità scolastica che tocca discipline, insegnanti e valutazioni».

È un passaggio dell'intervento del vescovo Francesco Beschi al convegno di inizio anno scolastico degli insegnanti di religione bergamaschi, svoltosi giovedì 6 settembre alla Casa del giovane alla presenza di 350 docenti. Il dirigente scolastico provinciale Patrizia Graziani aveva sottolineato in precedenza: «In questo periodo di crisi economica e di valori, l'educazione dei giovani è più che mai strategica. La scuola rimane un luogo privilegiato per vivere la partecipazione, la cittadinanza, il dialogo, l'amicizia e il confronto».

L'insegnamento della Religione esprime anche la realtà del territorio. «Ogni disciplina scolastica - sono sempre parole del dirigente scolastico - forma il grande mosaico educativo, dove la mancanza di un solo pezzo rende carente il tutto. L'insegnamento della religione è necessario per la formazione dello studente. A monte di questa disciplina c'è il contributo del territorio, dove ci sono parrocchie, oratori, associazioni, volontariato».

È seguito l'intervento del vescovo, che ha messo in risalto la dimensione comunitaria nell'insegnamento della religione. «È una dimensione decisiva nel panorama della scuola, dove si parla anche di comunità scolastica. La comunità ha come elemento decisivo la persona e le relazioni fra le persone».

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