Cronaca
Giovedì 06 Settembre 2012
Gdf: Affittopoli? Nessun controllo
La deroga come iter normale
Il numero di alloggi a canone sociale assegnati senza ricorrere alle graduatorie ufficiali è «sproporzionato», «facendo, de facto, divenire la "deroga" una procedura "normale"». E' il meccanismo inquinato che ha portato allo scandalo Affittopoli.
Il numero di alloggi a canone sociale assegnati senza ricorrere alle graduatorie ufficiali è «sproporzionato», «facendo, de facto, divenire la "deroga" una procedura "normale"». Ecco il meccanismo inquinato che ha portato allo scandalo di Affittopoli, quello che - secondo l'accusa - avrebbe consentito di creare corsie preferenziali per amici, parenti, amici degli amici, raccomandati.
Lo descrive in un'informativa alla Procura il nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Bergamo. Stando alle contestazioni, in tutti e 5 gli anni presi in considerazione dall'inchiesta del pm Giancarlo Mancusi - dal 2006 al 2010 - le assegnazioni in deroga avrebbero superato il limite del 20% previsto dal regolamento regionale (è possibile arrivare al 50% previa richiesta al Pirellone, ma di questi documenti a Palafrizzoni non c'è traccia).
A riguardo del 2007, le Fiamme gialle scrivono di «42 alloggi in deroga, rispetto a complessive 150 assegnazioni, numero che appare decisamente sproporzionato. Inoltre si è indetto il bando dichiarando una prevedibile disponibilità annuale di 30 alloggi, poi diventati 155».
I numeri sarebbero di per sé spietati. Nel 2006 vengono segnalate 105 assegnazioni ordinarie e 53 in deroga: di queste, 23 sono «apparentemente regolari», altre 30 invece «da ritenersi irregolari». Nel 2007 risultano 42 assegnazioni in deroga sulle 150 totali: 12 «apparentemente regolari» e 30 da «ritenersi irregolari». Nel 2008 vengono messi a bando 40 alloggi, ma ne vengono assegnati 132: 97 ordinari, 35 in deroga. Nel 2009 su 115 assegnazioni, 80 sono ordinarie, 35 in deroga. Nel 2010 su 112, 86 sono ordinarie e 26 in deroga.
Le Fiamme gialle provano a fornire una spiegazione del fenomeno: «La mancanza di "procedure/protocolli" per l'organizzazione interna della Divisione (Politiche della casa, ndr), con chiara ripartizione di compiti e responsabilità, l'assenza di circolari interne su come operare e la più grave mancanza di turnover del personale preposto all'Unità operativa alloggi, nei fatti, ha generato una totale assenza di verifiche e ampi margini di discrezionalità ma, fatto ancor più grave, ha consentito di gestire senza controlli un delicatissimo settore di rilevanza sociale».
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