Cronaca / Bergamo Città
Domenica 02 Settembre 2012
Orobie park, gli amministratori:
«Necessarie per sopravvivere»
La posizione è su per giù la stessa, ai quattro angoli delle valli bergamasche: la tutela della montagna è una priorità, ma guai a non sfruttare quelle (poche) occasioni di acchiappare turisti e cavarci reddito. Solo così la montagna può continuare a vivere.
La posizione è su per giù la stessa, ai quattro angoli delle valli bergamasche: la tutela della montagna è una priorità, ma guai a non sfruttare quelle (poche) occasioni di acchiappare turisti e cavarci reddito. Solo così - sostengono gli amministratori locali - la montagna può continuare a vivere senza trasformarsi in una riserva stile indiani Sioux: incantevole certo, ma destinata all'abbandono.
Ben vengano, purché regolamentate, le iniziative a scopo turistico: fuochi d'artificio e illuminazioni in notturna (vedi cascate del Serio e Presolana), voli turistici in elicottero e persino i motori, pur con le dovute limitazioni. Sono i temi sui quali, nei giorni scorsi, avevano puntato il dito gli ambientalisti, sostenuti dalla provocazione dell'ex assessore regionale all'Agricoltura Michele Corti, che aveva accusato gli amministratori di avere «trasformato le Orobie in un luna park».
La presa di posizione ha generato un ampio dibattito: fra gli operatori locali, ma anche fra i lettori del giornale, che sul sito www.ecodibergamo.it si sono divisi fra quanti ritengono queste iniziative un oltraggio alla montagna (circa la metà dei 1.800 votanti) e quanti le considerano un'opportunità, seppure da usare con buonsenso. Se il web si divide, gli amministratori locali non hanno dubbi: solo così la montagna può sopravvivere.
«Considero un eccesso lo sfruttare troppo la montagna, ma anche il non sfruttarla affatto», premette intervenendo sul tema il presidente dell'Unione dei Comuni della Presolana, Gianni Schiavi: «Le Orobie non vanno considerate una cosa sacra, sulla quale non si può intervenire, basta farlo con criterio».
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Ivan Caffi, assessore all'Agricoltura della Comunità montana Valle Seriana: «La montagna va rispettata - dice -, ma non possiamo rinunciare a viverla».
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