A casa il giovane accoltellato:
«Dovevo difendere mia sorella»

Sono passate tre settimane dalla notte da incubo vissuta dalla famiglia Bergamelli nella sua villetta a Pedrengo, tra giovedì 21 e venerdì 22 giugno. Giovedì 12 luglio Marco Bergamelli - l'operaio 23enne accoltellato da un malvivente - è ritornato a casa.

Sono passate tre settimane dalla notte da incubo vissuta dalla famiglia Bergamelli nella sua villetta di via Maj, a Pedrengo, tra giovedì 21 e venerdì 22 giugno. Giovedì 12 luglio a mezzogiorno Marco Bergamelli - l'operaio 23enne accoltellato da un malvivente dopo essere accorso in aiuto della sorella Erika, 18enne, sul balcone di casa - è ritornato a casa dall'ospedale Bolognini di Seriate, dove era stato ricoverato quella notte, accompagnato dal papà Gianluigi, 51 anni, e dalla sua compagna Elisabetta, 42enne.

L'episodio che poteva finire in tragedia è stato un furto degenerato in rapina fino al tentato omicidio: una situazione forse sfuggita di mano al malvivente, un giovane dalla carnagione chiara che ha agito a volto scoperto. Nella villetta al civico 6 di via Maj, quella notte, c'erano solamente i due fratelli Bergamelli. Erika si era alzata per chiudere il balcone della loro camera da letto e aveva sorpreso il malintenzionato che, armato di coltello, l'aveva spinta all'interno con la forza delle braccia. E ora Marco rivive quei momenti terribili.

Quali sono i ricordi rimasti da quella notte?
«Ho sentito le urla di mia sorella Erika, non sono stato a pensarci troppo e ho reagito d'istinto. Tutto è durato pochissimo, sì e no dieci secondi. Mi sono diretto verso di lui per salvare mia sorella, non sapevo se le avesse fatto male o l'avesse solo spaventata. Quando mi sono avvicinato, l'ha lasciata andare e mi ha accoltellato alla pancia e ai polsi. Non ho avuto il tempo di accorgermi di niente, non ho sentito nemmeno il dolore per la lama del coltello che mi aveva trafitto. Sentivo, però, che le forze mi stavano abbandonando».

Ha visto in faccia l'aggressore? Saprebbe riconoscerlo?
«In camera c'era buio pesto, non c'è stato il tempo di accendere la luce. Tutto si è svolto in pochi secondi. E poi era notte fonda, erano le 2. Non ho potuto vederlo in faccia, non c'era luce sufficiente. Quindi no, non credo che saprei riconoscerlo».

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