La Bassa e le grandi opere:
«Scempio», «No è un'occasione»

Nella Bassa arrivano le grandi opere e il territorio riflette. Tra chi si preoccupa che gli interventi risultino «devastanti per territorio e attività agricole» e chi considera l'arrivo di un'autostrada «utile per il rilancio dell'economia».

Nella Bassa arrivano le grandi opere e il territorio riflette su opportunità e disagi. Tra chi si preoccupa che gli interventi risultino «devastanti per territorio e attività agricole» e chi considera l'arrivo di un'autostrada come Brebemi «estremamente utile per il rilancio dell'economia».

Si possono riassumere così per esempio le considerazioni espresse rispettivamente da Coldiretti e Confartigianato, che rispecchiano anche il diffuso pensiero tra i residenti del territorio.

Il presidente di Coldiretti Bergamo, Alberto Brivio, parte dai numeri: «Fanno paura ma è giusto renderli noti, perché almeno la gente riesca a comprendere lo scempio che è stato compiuto e che ancora è in atto. Tra Brebemi e Tav verranno tolti nella Bergamasca 2,5 milioni di metri quadri di suolo, senza contare il taglio del reticolo idrico e delle strade poderali di collegamento tra aziende agricole e terreni».

Aspettative positive, soprattutto su Brebemi (non sono per ora previste fermate Tav sul nostro territorio), sono invece quelle di Confartigianato Bergamo, che guarda di buon occhio il tracciato autostradale e attende con fiducia il suo completamento, che potrebbe portare a medio e lungo termine una ripresa del settore artigianale. A sostenerlo è il direttore Stefano Maroni: «Ho sempre espresso un parere positivo nei confronti dell'opera, non solo per i più rapidi collegamenti ma soprattutto per quanto crescerà intorno».

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