Il nuovo questore Dino Finolli:
«Su Yara massimo impegno»

Si è insediato ufficialmente il nuovo questore di Bergamo. Dino Finolli ha parlato di Bergamo come «una città accogliente. Spero di contraccambiare il calore dei suoi cittadini con dei risultati positivi». Ha poi detto: su Yara massimo impegno.

Si è insediato ufficialmente il nuovo questore di Bergamo. Dino Finolli si è presentato nella mattinata di mercoledì 13 giugno alla stampa, parlando di Bergamo come «una città accogliente, dall'impatto positivo - ha detto -. Spero di contraccambiare il calore e la disponibilità dei suoi cittadini con dei risultati positivi».

Impegnatissimo fino all'ultimo nella veste di dirigente della polaria, a capo delle frontiere aeroportuali di Orio al Serio, Linate, Malpensa, Montichiari e quelle terrestri di Ponte Chiasso, Luino e Tirano, Finolli ha varcato la soglia degli uffici di via Noli martedì 12 giugno, prendendo il posto di Vincenzo Ricciardi, in pensione.

Il nome di Finolli circolava già da diverse settimane, in «ballottaggio» con quello di Danilo Gagliardi, alla fine designato nuovo questore di Varese. «Sono molto soddisfatto di essere a Bergamo - ha detto il neoquestore -, e garantisco che il mio impegno sarà massimo».

Subito un accenno alla questione dell'ordine pubblico legato al problema tifoseria: «Andare allo stadio deve essere un divertimento - ha detto Finolli - e la polizia deve garantire la tutela dell'ordine pubblico». Tra l'altro l'esperienza, in tema di ordine pubblico e di stadio, non gli manca: si è occupato della materia a Milano quando era a capo della Digos, trattando, fra i vari episodi, anche l'omicidio del tifoso genoano Vincenzo Spagnolo, accoltellato da un milanista in occasione di una partita Genoa-Milan a Marassi.

Poi un commento sulla criminalità e in particolare sul dato dei furti: «Sono il reato che preoccupa di più i bergamaschi, terremo alta la guardia». Inevitabile un accenno alla tragica vicenda di Yara Gambirasio: «Affronterò con determinazione questo caso che mi ha fatto soffrire sia come padre sia come cittadino - ha commentato il questore -. Vorrei chiudere questo caso e assicurare il colpevole alla giustizia».

Originario di Napoli, Dino Finolli ha 58 anni, compiuti il giorno dell'Epifania. È sposato e ha due figli. Il suo è un curriculum fitto e prestigioso, che conta anche alcuni encomi solenni. Nel 1976 uscì dall'Accademia di polizia e fu assegnato prima all'ufficio politico, poi alla Digos della questura di Milano, come funzionario (il capo era Achille Serra), poi come dirigente. Si è guadagnato i «galloni» nella lotta contro il terrorismo. Ma un caso in particolare lo fece balzare agli onori delle cronache: fu sua, come dirigente della Digos di Milano, la cattura di Angelo Izzo (preso a Parigi) e Gianni Guido (rintracciato a Panama), due dei tre «mostri» del cosiddetto massacro del Circeo, avvenuto nel 1975. I due, estremisti di destra condannati per il terribile omicidio di una ragazza, Rosaria Lopez, e per le allucinanti sevizie nei confronti della sua amica Donatella Colasanti, riuscirono ad allontanarsi dall'Italia. Izzo scappò nel 1993 approfittando di un permesso premio, ma fu poi raggiunto dalla polizia nella capitale francese. Gianni Guido riuscì ad evadere dal carcere di San Gimignano nel gennaio del 1981. Fuggì a Buenos Aires, fu riconosciuto ed arrestato due anni dopo, ma in attesa dell'estradizione, nell'aprile del 1985 riuscì ancora a fuggire. Gli uomini di Finolli lo scovarono nel giugno del 1994 a Panama, dove si era rifatto una vita come commerciante di auto.
Durante gli anni di piombo Finolli aveva già ricevuto encomi solenni arrestando tre brigatisti rossi in piazzale Libia, a Milano. Sempre come capo della Digos del capoluogo lombardo, fu lui a coordinare l'operazione «Sfinge»: erano gli anni '90 e fu una delle prime indagini sul terrorismo internazionale. Dopo la Digos, fu trasferito nel 1996 al ruolo di dirigente della polizia di frontiera di Linate, non senza polemiche: anche i sindacati scesero i campo contro quella decisione. Nel 1997 iniziò per Finolli la parentesi dell'impegno politico-amministrativo: il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, al suo primo mandato, lo volle come assessore alla Sicurezza. La parentesi durò solo un paio d'anni: nel 1998 gli subentrò Paolo Del Debbio e Finolli tornò a fare il poliziotto. Fece il vice questore vicario a Sondrio, poi a Brescia. Da questore ha assunto l'incarico attuale di dirigente delle frontiere della 2ª zona per la Lombardia. L'incarico a Bergamo rappresenta la prima assegnazione come questore in una città.

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