Treviglio, da Rifondazione all'altare
Prima Peppone, ora Don Camillo
«Il desiderio di giustizia sociale e di aiuto ai più bisognosi l'ho maturato fin da ragazzo, anche attraverso l'esperienza politica espressa brevemente come consigliere comunale dei Ds e attivista di Rifondazione comunista». Parola di don Emiliano Redaelli.
«Il desiderio di giustizia sociale e di aiuto ai più bisognosi l'ho maturato fin da ragazzo, anche attraverso l'esperienza politica espressa brevemente come consigliere comunale dei Ds e attivista di Rifondazione comunista». Parola di don Emiliano Redaelli, il neo sacerdote trevigliese che sabato nel duomo di Milano ha ricevuto l'ordinazione dall'arcivescovo, cardinale Angelo Scola.
Un tuffo nel passato di 11 anni quello di don Emi, oggi trentenne, ma già attivo politicamente non appena maggiorenne. «Sentivo allora il bisogno di impegnarmi per aiutare chi era in difficoltà e in quel periodo essendo ancora lontano dalla preghiera, uno dei modi di portare avanti questi ideali era quello della politica».
Giovane consigliere per i Ds - L'allora diciannovenne Emiliano Redaelli venne eletto consigliere comunale nel 2001 per i Democratici di Sinistra: «La mia esperienza durò poco tempo e l'arco di un paio di sedute consiliari, poi per i vari ricorsi legati ai contestati esiti elettorali venne tolto il premio di maggioranza e tutto finì lì, anche se il mio impegno proseguì in Rifondazione comunista».
Da Peppone in erba a don Camillo, con un percorso di vita segnato nella prima parte dall'educazione in una famiglia laica e quindi seguito dalla vocazione che appunto per questi precedenti è del tutto particolare. Non rinnega nulla don Emiliano Redaelli anche se ora gli ideali della sinistra nei quali di identificava non li riconosce più: «Innanzitutto sono cambiato io in meglio, essendomi avvicinato al Signore però tornando all'aspetto politico è vero che la sinistra ha perso quell'attenzione al sociale che aveva un tempo, concentrandosi su altri aspetti».
Don Emiliano ricorda il momento in cui sentì il bisogno di cambiare: «Nonostante venissi da una famiglia laica avevo il desiderio di avvicinarmi alla preghiera e al rapporto con Dio, che si fece sempre più forte e indispensabile. Da qui la scelta di entrare in seminario mentre facevo l'università. Una gioia incredibile mi ha sorretto in questo cammino che alla fine mi ha ripagato».
Don Emiliano Redaelli risiede a Treviglio e ha una laurea specialistica in Storia, conseguita nel 2008 mentre faceva il seminarista. Entrato in seminario nel settembre 2006, è stato ordinato diacono nell'ottobre 2011 e poi destinato a Cornaredo, in provincia di Milano, come collaboratore
pastorale. Al servizio della stessa comunità parrocchiale, come vicario per la pastorale giovanile, presterà la sua opera per tre anni a partire da settembre. Per la parrocchia di Cornaredo sarà però già al servizio da domani, con l'inizio dei centri ricreativi estivi.
Quella di ieri è stata per don Emi una giornata di festeggiamenti. Mattinata iniziata con il trasferimento dalla sua casa di Vittorio Veneto al santuario della Madonna della lacrime, dove sul sagrato è stato accolto dal parroco monsignor Giovanni Buga. Dopo le lodi, don Emiliano è stato accompagnato in corteo dai sacerdoti che operano a Treviglio, ma anche originari della città, verso i portici del municipio, per un incontro con il sindaco Giuseppe
Pezzoni. Poi nella basilica, colma di fedeli, don Emiliano ha celebrato
la prima Messa.
Malore in chiesa - La Messa ha riservato anche momenti di apprensione quando il parroco monsignor Buga, durante l'omelia, ha avuto un mancamento ed è stato soccorso sull'altare dagli altri sacerdoti: accompagnato poi in sacrestia si è ripreso ed è tornato a concelebrare la Messa per il sollievo di tutti i presenti. Don Emiliano Redaelli in serata è stato
festeggiato all'oratorio di Sant'Agostino: «Il calore della comunità di Treviglio è stato enorme - ha concluso don Emiliano - e questo ti fa capire come la gente veda ancora nel sacerdote un ruolo di fede determinante, che io affronterò con grande amore».
Fabrizio Boschi
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