Bergamaschi in marcia dall'alba
«Con il Papa emozione infinita»

Quando la Messa comincia, tutta la spianata di Bresso è un tappeto a trama fitta di gente e bandiere. L'aeroporto è stracolmo. Alla fine sarà un milione. E nel milione, almeno cinquemila bergamaschi.

Quando la Messa comincia, tutta la spianata di Bresso è un tappeto a trama fitta di gente e bandiere. L'aeroporto è stracolmo, meno passeggini questa volta, ma molti più ragazzi e giovani coppie. A occhio, la gente è il triplo del pomeriggio delle testimonianze. Alla fine sarà un milione. E nel milione, almeno cinquemila bergamaschi.

Benedetto XVI arriva in papamobile, dal finestrino aperto una madre gli passa un bimbo da abbracciare. Sugli schermi scorrono immagini della folla, dettagli di volti, di molti bimbi, alcuni disabili, ripresi con simpatia. Il palco con la tecnoabside della bergamasca ditta Poloni che riproduce su tessuto le vetrate del duomo di Milano è geniale e suggestivo. La Messa, nonostante le enormi dimensioni organizzative (60 cardinali, 250 vescovi - fra i quali monsignor Francesco Beschi - e mille sacerdoti concelebranti) scorrerà con fluida sobrietà, con l'indovinata scelta del canto gregoriano, così ambrosiano e così universale.

I bergamaschi sono partiti all'alba. E per fortuna, perché a Bresso i cancelli vengono chiusi alle 10: la capienza è al massimo, molti resteranno fuori. Alle sei sul piazzale della Malpensata c'è anche il segretariato Migranti e un bus delle famiglie filippine dell'associazione «Couples for Christ». «Siamo 90 a Bergamo - spiegano René e Virgie Navarro - la nostra associazione è internazionale, qui a Bergamo abbiamo la sede a San Giorgio e c'è un gruppo anche a Pontida». Sul pullman proveniente da Montello salgono anche il vicario episcopale monsignor Davide Pelucchi e monsignor Leopoldo Girelli, vescovo di Singapore e nunzio apostolico nel Sud est asiatico, che cammineranno poi con la gente. Fra i politici bergamaschi, alla Messa è presente l'assessore regionale all'Ambiente Marcello Raimondi che alla fine commenterà: «Mi ha colpito la compostezza della cerimonia. E poi l'applauso della gente, della Chiesa semplice al papa, un segno di sostegno che ho trovato consolante per tutti, anche per la società lombarda che attraversa un momento difficile».

A Sesto il ruscello bergamasco (tra gli altri, i gruppi di Villa di Serio, Bonate, Medolago, Brembate Sopra, l'Agesc - i genitori delle scuole cattoliche, La Traccia di Calcinate) si inserisce nel fiume che scorre verso il Parco Nord. Il servizio d'ordine tiene grazie ai tantissimi, efficienti e gentili volontari. Milano ha schierato tutti gli uomini possibili, dalle forze dell'ordine ai ragazzi delle parrocchie. C'è anche una banda civica che sul percorso segnala l'ingresso di Bicocca. Il gruppo marcia compatto, tutte le età rappresentate. Qualcuno sta tornando a Bresso per la seconda volta dopo poche ore di sonno. Per strada chiacchiere e commenti sul percorso del Family. «Ci piace - commentano Filippo e Paola Cecchini Manara - questo mettere al centro del discorso l'identità della famiglia piuttosto che la sua funzione. La famiglia come soggetto della Chiesa e della società. Abbiamo apprezzato il taglio concreto delle parole del Papa, che non sfuggivano i problemi posti. C'è fra le famiglie una maggiore consapevolezza».

Commenta il vicario generale monsignor Davide Pelucchi: «Questi eventi sono preziosi, perché ci fanno riflettere sulle origini del modello di famiglia cristiana, ci riportano alla fonte ed è questo sempre salutare per ogni aspetto della fede. Inoltre vedere tante famiglie insieme è corroborante. Ed è anche un segno, una proposta che i cattolici fanno a un mondo plurale. Per il vangelo, i cristiani sono il lievito, non tutta la pasta del mondo. Propongono, non impongono. Ma la proposta fa parte del compito della testimonianza».

Leggi su L'Eco di Bergamo del 4 giugno le pagine dedicate alla visita del Papa a Milano

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