Sfruttamento della prostituzione
Sgominate tre bande in provincia

Hanno chiamato l'operazione «Letto a tre piazze», come un film di Totò e Peppino, ed è dal 2008 che il Nucleo investigativo dei carabinieri di Bergamo sta lavorando per sgominare tre bande dedite allo sfruttamento della prostituzione.

Hanno chiamato l'operazione «Letto a tre piazze», come un film di Totò e Peppino, ed è dal 2008 che il Nucleo investigativo dei carabinieri del Comando provinciale di Bergamo sta lavorando per sgominare tre (da qui il rimando al film) bande dedite allo sfruttamento della prostituzione. Tanto che è di questi giorni il blitz definitivo dell'operazione, con 17 ordinanze di custodia cautelare, di cui 11 in carcere e 6 di divieto di dimora nella Bergamasca.

I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bergamo e si stanno eseguendo sotto il coordinamento del pm Carmen Pugliese. Tutta l'operazione ha avuto origine da una denuncia che una giovane prostituta romena aveva fatto nel maggio del 2008 dopo che ignoti avevano sparato contro la sua auto, un chiaro messaggio minaccioso nei confronti del fidanzato romeno della ragazza che aveva dei debiti con un gruppo albanese sempre dedito alla prostituzione.

I gruppi criminali intercettati sono infatti composti da individui di etnia albanese e romena, che sfruttavano la prostituzione di giovani donne maggiorenni provenienti dalla Romania, reclutate dopo averle fatte immigrare clandestinamente in Italia, anche con l'inganno. Coinvolti anche alcuni bergamaschi - i sei con divieto di dimora, di età compresa tra i 26 e gli oltre 60 anni, tutti incensurati - che avrebbero avuto un duplice ruolo nell'attività di sfruttamento: trasportare le giovani donne nei luoghi della prostituzione e fare da vedetta in caso di presenza di forze dell'ordine nelle zone dove le ragazze si prostituivano.

In un gruppo inoltre emergeva la figura di una donna romena «procacciatrice di affari» che individuava le giovani connazionali da inviare in Italia con l'inganno di un lavoro onesto – badante - ma in realtà per avviarle alla prostituzione.

Nel corso dell'indagine si sono registrati anche tentativi di omicidio tra i componenti delle due bande rivali. In particolare alcuni dei romeni in carcere sarebbero coinvolti in una sparatoria che si verificò nel luglio 2009 a Osio Sopra quando un gruppo di romeni tentò un agguato a una banda albanese.

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