Cure rispettose dell'ambiente:
oncologia «verde» ai Riuniti

Curare e fare esami diagnostici con una primaria attenzione all'ambiente: da oggi si può, anzi si deve, anche nel rispetto delle risorse esistenti. Bergamo, con i Riuniti, è già in prima linea per una oncologia più rispettosa dell'ambiente.

Curare, preparare terapie, fare esami diagnostici con una primaria attenzione all'ambiente: da oggi si può, anzi si deve, anche nel rispetto delle risorse esistenti, e sono gli oncologi a scendere in campo con il Manifesto della «Green oncology» presentato al congresso del Cipomo (Collegio italiano primari oncologici medici ospedalieri) a Cosenza.

E Bergamo, con gli Ospedali Riuniti, è già in prima linea per una oncologia più rispettosa dell'ambiente. Lo sottolinea Roberto Labianca, direttore del Dipartimento di oncologia ed ematologia dei Riuniti e presidente del Cipomo: «I Riuniti sono un esempio per la Green oncology, ma questo manifesto deve diventare strumento comune a tutti. Serve attenzione a curare meglio e sprecare meno». E il Cipomo aggiunge: «La sostenibilità non è solo economica: non serve pensare solo allo spreco di farmaci, quando si fa un eccessivo e non sempre appropriato di tecniche diagnostiche: ogni anno in Italia sono 40 milioni le Tac eseguite, è come se 2 italiani su 3 la facessero. Un impatto sui consumi e la produzione di anidride carbonica»

Il «Manifesto» degli oncologi ospedalieri indica una serie di linee guida verdi: tra queste, la diffusione più allargata di terapie orali, per esempio. «Dovrebbero essere estese: il paziente non deve così spostarsi, farsi accompagnare in auto dai parenti; questo significa risparmio energetico, attenzione all'ambiente evitando ulteriori emissioni di anidride carbonica, ma anche minori scarti di rifiuti medici speciali» – spiega Roberto Labianca – .

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