Expo, l'indagine su turbativa d'asta
partita dalle rivelazioni di Locatelli

Sarebbe partita dalle dichiarazioni di Pierluca Locatelli, finito sotto inchiesta per un presunto traffico di rifiuti, l'inchiesta milanese per turbativa d'asta in relazione ad una gara d'appalto per l'affidamento dei lavori inerenti alla rimozione di materiale nel sito di Expo 2015.

Sarebbe partita dalle dichiarazioni di Pierluca Locatelli, finito sotto inchiesta per un presunto traffico di rifiuti legato ai cantieri della Brebemi, l'inchiesta della procura di Milano per turbativa d'asta in relazione ad una gara d'appalto per l'affidamento dei lavori inerenti alla rimozione di materiale nel sito di Expo 2015, gara aggiudicata nell'ottobre 2011.

Locatelli avrebbe rivelato agli inquirenti gli «scenari» sulla gestione della gara. Così i pm Paolo Filippini e Antonio D'Alessio, coordinati dall'aggiunto Alfredo Robledo, hanno inviato la Gdf nella sede di Metropolitana milanese Spa con un decreto di esibizione di documenti relativi all'appalto.

L'inchiesta aperta dal secondo dipartimento della Procura di Milano, quello che indaga sui reati nella pubblica amministrazione, vede al centro la prima gara di lavori per l'evento, l'unica al momento assegnata, e che riguarda la «rimozione delle interferenze dal sito espositivo» di Expo 2015.

Il 20 ottobre scorso, la società Cmc di Ravenna aveva vinto la gara d'appalto, il cui valore era di circa 97 milioni di euro, presentando un'offerta di circa 65 milioni di euro, con un ribasso dunque di circa il 42%.

I militari della Gdf milanese venerdì mattina si sono recati in via del Vecchio Policlinico nella sede di Metropolitana milanese Spa, la società che ha elaborato il bando di gara definitivo. I finanzieri hanno presentato un ordine di esibizione per avere tutta una serie di documenti riguardanti l'appalto e l'elaborazione del progetto.

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