Moro grande impresa a 6.400 metri
Recuperata la salma di un alpinista

Un'impresa a quota 6.400. In Himalaya, sul Tengkangpoche, dove lo scorso anno Svetlana Gutsalo e Alexey Gorbatenkov non avevano fatto ritorno, venerdì Simone Moro ha recuperato la salma di Alexey con la collaborazione del pilota trentino Piergiorgio Rosati.

Un'impresa a quota 6.400. In Himalaya, sul Tengkangpoche, dove lo scorso anno Svetlana Gutsalo e Alexey Gorbatenkov non avevano fatto ritorno, venerdì Simone Moro ha recuperato la salma de Alexey con la collaborazione del pilota trentino Piergiorgio Rosati.

Una long line mission – così come questo genere di interventi sono definiti in inglese – che ha dell'incredibile e mai compiuta finora. «Abbiamo affrontato enormi difficoltà sia sul piano tecnico che umano – spiega lo scalatore che si trova in Nepal per tentare la traversata Everest-Lhotse – un hovering (il volo a punto fisso, ndr) a quella quota e a un metro dalla parete non lo aveva mai tentato nessuno: Piergiorgio ha dovuto alleggerire il più possibile il mezzo quindi, dopo la partenza da Lukla, una volta arrivati alla base della parete, mi sono agganciato al cavo e in pochi minuti abbiamo raggiunto il punto in cui si trovava la tenda: ho fissato velocissimamente uno spit e quindi mi sono sganciato dalla long line».

E pensare che per Simone, le ultime 48 ore avrebbero dovuto essere di tutto riposo. Sceso a Lukla proprio per riprendersi in vista del tentativo alla traversata Everest-Lhotse, si è trovato di fronte alla richiesta proveniente da alcuni ucraini giunti in Himalaya per recuperare i corpi dei due alpinisti: «Ne abbiamo trovato solo uno – aggiunge lo scalatore bergamasco – l'impressione è che la compagna sia precipitata. Per ricordarli ho fissato in parete una targa che mi era stata consegnata dagli stessi amici». Dopo questo intervento di soccorso, si torna all'alpinismo. «Tra un paio di giorni – conclude Moro – dovrebbe aprirsi una finestra meteo che intendo sfruttare».

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