A Dalmine rifiuti da Napoli
Il sindaco: «Faremo verifiche»

Ottocento chilometri, dal Napoletano a Dalmine. Ne fanno di strada, quelle tonnellate di rifiuti che da un impianto di lavorazione a Giugliano, in Campania, arrivano alle due linee del termovalorizzatore bergamasco della Rea.

Ottocento chilometri, dal Napoletano a Dalmine. Ne fanno di strada, quelle tonnellate di rifiuti che da un impianto di lavorazione a Giugliano, in Campania, arrivano alle due linee del termovalorizzatore bergamasco della Rea.

Facendo saltare sulla sedia il sindaco di Dalmine, Claudia Terzi: «Se l'inceneritore serve alle necessità del territorio, anche regionale, è un conto. In caso contrario, forse è utile che si faccia una riflessione – è il suo ragionamento –. Ora guarderemo bene i dati, poi ci riserviamo di portare avanti a tutti i livelli il nostro dissenso per questa situazione, visto anche che da tempo Rea non ci versa più un euro (sulle "royalties" è in corso una battaglia legale tra Comune e azienda, ndr)».

I dati in questione, sulle scrivanie del Comune, sono arrivati pochissimi giorni fa: a chiederli alla Provincia, cui la Rea mensilmente consegna un rapporto della propria attività, è stata la stessa Terzi, dopo che «la Polizia locale, nell'ambito di normali controlli, aveva notato un paio di camion, chiaramente provenienti da fuori regione, che trasportavano dei rifiuti».

Dal report emerge, appunto, che una parte (ad aprile si sarebbe trattato del 16% circa) del materiale bruciato negli spazi lungo la statale 525 proviene dalla provincia di Napoli. Si tratta di «rifiuti speciali non pericolosi».

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