Scanzo, spazi e restyling
per la Casa degli anziani

Domenica sarà una grande giornata di festa: si inaugura la nuova Casa Maria Consolatrice della Fondazione Piccinelli di Scanzorosciate, una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) che è un simbolo per la cura dei più bisognosi, gli anziani.

Domenica sarà una grande giornata di festa: si inaugura la nuova Casa Maria Consolatrice della Fondazione Piccinelli di Scanzorosciate, una Residenza sanitaria assistenziale (Rsa) che è un simbolo per la cura dei più bisognosi, gli anziani, con un'attenzione alla persona nella sua interezza.

«Inaugurando questa struttura dopo i lavori di restyling e di adeguamento ai canoni sempre più stringenti della Regione si festeggia non solo l'impegno che si è assunta la diocesi in questa importante opera, ma soprattutto non si può non ricordare che questa Casa ha una storia di 80 anni di solidarietà, nata dalla volontà della famiglia dei conti Piccinelli, che, attraverso la Fondazione, hanno donato un edificio e terreni alla diocesi proprio per accogliere gli anziani - sottolinea monsignor Lucio Carminati, economo della diocesi - . E soprattutto questa è l'occasione per dare il giusto tributo a madre Alipia Colombo, delle suore Orsoline di Gandino, scomparsa nel 2007, che è stata direttrice della Casa di riposo: per 60 anni lei è stata l'anima di questa casa. E insieme al tributo a madre Alipia, non può mancare il tributo a monsignor Aldo Nicoli, che molto si è speso per quest'opera».

Un «simbolo» di sostegno agli anziani, questa Residenza sanitaria completamente rinnovata, che non solo sarà un polo di assistenza geriatrica per gli anziani, ma che avrà accanto a sé una «residenza gemella»: «Progetto che vede la diocesi fortemente impegnata - continua monsignor Carminati - : si tratta di alloggi per i preti anziani della diocesi che potranno trovare qui accoglienza e assistenza».

La nuova casa di riposo ha visto un impegno finanziario della diocesi per 15 milioni di euro: la costruzione, che era su due palazzine, è stata integrata con un nuovo corpo di fabbrica ed è stata radicalmente rinnovata. Gli interventi, su un progetto avviato nel 2008, hanno mantenuto i 210 posti originari, organizzati in nuclei da 60, con spazi molto più ampi, in camere a due letti o singole, tutte con bagno annesso. Non solo: tra questi posti, 28 sono utilizzabili come posti di ricovero di sollievo.

«La vocazione della Casa sarà anche di aprirsi al territorio - sottolinea monsignor Carminati -: ha un'ampia palestra di fisioterapia e si garantirà anche un servizio di assistenza domiciliare integrata». Il look completamente rinnovato è stato ottenuto senza sospendere mai il servizio di ospitalità ai degenti già presenti: nel nuovo corpo centrale della residenza sono state realizzate non solo nuove stanze (per 24 posti, ai due piani superiori), ma c'è anche l'accesso centrale alla struttura, mentre al piano terra sono collocati gli uffici. La Casa è assolutamente libera da barriere.

Tutte le stanze, quindi, sono più ampie, dotate di moderni impianti di riscaldamento e bagni. In più la nuova Casa, su spazi complessivi per 15 mila metri quadrati, può contare oggi su 6 sale polifunzionali, un auditorium, un bar e le cucine rinnovate. Ha un parco di 20 mila metri quadrati, organizzato con nuovi percorsi pedonali. E sul tetto è stato installato un doppio impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria. Il bacino d'utenza è quello di Seriate e dell'area di Scanzo.

«Gli investimenti sono stati importanti, perché questa Casa di riposo diventasse il fiore all'occhiello, la Casa della diocesi, appunto - conclude monsignor Carminati -. Un impegno voluto perché l'ospitalità si coniugasse con l'attenzione alla persona in tutti i suoi aspetti, partendo da quelli spirituali fino a quelli di ricreazione, grazie anche al lodevole lavoro dei volontari. E l'impegno della diocesi non si fermerà qui: questa casa sarà il tassello portante per la struttura che darà assistenza ai preti, grazie ad alloggi protetti».

Carmen Tancredi

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