Cimadoro e le «punture» de La Zanzara:
mi spiace, non volevo offendere nessuno

«La mia partecipazione a "La Zanzara" di Radio 24 ha scatenato un'ondata di polemiche che mi impone alcune precisazioni». Inizia così la lettera che l'onorevole Cimadoro ha inviato ai giornali per spiegare alcune affermazioni rilasciate in quel contesto.

«La mia partecipazione al programma La Zanzara, inserito nel palinsesto di Radio 24 del Sole 24 Ore, ha scatenato un'ondata di polemiche che mi impone alcune precisazioni» (fece discutere, soprattutto, il termine "culattone", pronunciato dall'onorevole nel fuorionda - n.d.r.). Inizia così la lettera di chiarimento che l'onorevole bergamasco Gabriele Cimadoro, ha inviato ai giornali per spiegare alcune sue affermazioni rilasciate in quel contesto.

«Conoscevo il tipo di trasmissione - scrive Cimadoro -, ma sinceramente pensavo che, data la sua autorevole cornice, si trattasse comunque d'informazione e non di puro intrattenimento. Mai avrei pensato che si tramutasse in un vero e proprio tiro al bersaglio. Innanzitutto mi dispiace se qualcuno si è sentito ferito, posso assicurare che non era davvero mia intenzione offendere nessuno. Prima della trasmissione stavo scherzando con uno dei due conduttori che ostentava della bigiotteria molto femminile. L'ho preso un po' in giro, forse troppo cameratisticamente, per spezzare la tensione che inevitabilmente si crea».

«Chi mi conosce bene - prosegue il parlamentare bergamasco - sa che posso essere talvolta sopra le righe, ma il mio pensiero è di altra statura. Mi si può non credere, ovviamente, ma in ogni caso la conduzione di Giuseppe Cruciani e David Parenzo apre pesanti interrogativi sulla professione giornalistica. Quel clima ridanciano da osteria lascia intendere cose ben diverse da quelle che si vorrebbe dire. È da cicisbei non distinguere tra un momento d'ilarità e il pensiero politico. Faccio parte di un partito che è tra i primi firmatari della legge contro l'omofobia e non credo di aver mai mancato di rispetto sul piano sostanziale ai miei tanti amici omosessuali».

«Io - si legge ancora nella nota di Gabriele Cimadoro - non ho alcun pregiudizio sulle scelte sessuali delle persone, proprio per questo mi permetto qualche volta di scherzarci su senza malanimo. Non ho mai nascosto di appartenere a una lunga tradizione familiare di matrice cattolica. E per questo l'unica cosa che rivendico davvero è la costituzione, che riconosce solo la famiglia fondata sull'unione tra un uomo e una donna. Questa è cosa ben diversa dalla battaglia che, insieme al mio partito, porto avanti in difesa dei diritti civili di qualsiasi unione di fatto. Quelle che contano sono esclusivamente le persone, l'orientamento sessuale pertiene alla propria sfera privata».

«Io comunque sono etero, altri omo, una differenza oggettiva c'è. Quello che non c'è è un mio giudizio. Mi dispiace che, conoscendomi, nessuno del mio partito abbia preso le mie difese. Risentendo la trasmissione ci si accorgerebbe di due cose: primo, che la maggior parte dei virgolettati riportati dalla stampa non corrisponde a realtà e, secondo, che quel modo incalzante di porre le domande richiede una scaltrezza che probabilmente non ho e una mala fede che sicuramente non ho. Non per essere complottisti - conclude Cimadoro -, ma credo che ogni occasione sia buona per colpirmi in quanto cognato di Di Pietro. Non vengo giudicato come persona ma per la parentela. Eppure la mia carriera politica è iniziata da quando avevo 21 anni e oggi ne compio 61».

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