Cronaca
Giovedì 19 Aprile 2012
Dalla Regione una nuova legge
Cave: maxi piano rivoluzionario
Mercoledì 18 aprile la prima uscita pubblica: il presidente Formigoni e l'assessore Raimondi hanno presentato al resto della Giunta la proposta di una nuova legge in materia di attività estrattiva che dopo il titolo comincia così: «Meno cave in Lombardia».
Partiamo dal caso Bergamo ma vale per l'intera Lombardia. Di cave trattasi, di un purgatorio. Per approvare l'attuale documento che pianifica l'attività estrattiva in Bergamasca - Piano ancora valido? Non più? Chissà... - la Provincia ha impiegato circa quattro anni, la Regione altrettanto.
Confezionato per durare almeno un decennio, allo stato delle cose, l'amministrazione provinciale non ha rilasciato ai cavatori nessuna autorizzazione relativa a nuovi ambiti estrattivi introdotti dal documento, licenziato nel 2008 dal Pirellone dopo un viavai negli uffici che non si può dire. Traduzione: il «nuovo» Piano cave non è servito a niente. Però ha scatenato una tal sfilza di ricorsi, risse.
Capito che non funziona più (ha mai funzionato?), in Regione s'è cominciato a impostare la virata. Sia chiaro, s'è cominciato. Mercoledì 18 aprile la prima uscita pubblica: il presidente Roberto Formigoni e l'assessore all'Ambiente, Marcello Raimondi, hanno presentato al resto della Giunta la proposta di una nuova legge in materia di attività estrattiva che dopo il titolo comincia così: «Meno cave in Lombardia».
Ovviamente, non finisce lì. Rispetto alla legge vigente - la 14 del 1998 -, cambiano tante cose perché tante cose sono cambiate: il quadro normativo, l'orizzonte economico, le prospettive di crescita e la sensibilità nei confronti dell'ambiente e del consumo di suolo.
Ecco le novità in estrema sintesi: la pianificazione non sarà più a livello di singole province ma sarà regionale per tenere conto delle necessità di tutto il territorio lombardo. Altra novità: il Consiglio regionale svolgerà le funzioni politiche di indirizzo e di controllo, ma ad approvare i Programmi (non più Piani) elaborati dalle Province sulla scorta del chiamiamolo «Piano regolatore generale» regionale delle cave, sarà la Giunta del Pirellone. E fin qui i cardini che individuano chi e che cosa farà.
Poi ci sono i concetti che ispirano la nuova legge. La portata c'è, è una rivoluzione e si potrebbe partire così: la cava - si legge nella proposta - deve essere l'ultima istanza per soddisfare i fabbisogni di inerti. Almeno il 30% delle necessità dovranno essere soddisfatte non dall'attività estrattiva ma dal riutilizzo di scarti di scavo o demolizione. In pratica: si butta giù un fabbricato o si scava una linea metropolitana? Il materiale andrà riciclato, ripulito, trattato e quant'altro per poterlo utilizzare nell'edilizia e nelle costruzioni in generale.
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di giovedì 19 aprile
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