ISTRUZIONE - In questo campo la Regione si occupa della gestione, amministrazione e programmazione delle scuole secondarie superiori: dimensionamento scolastico, assegnazione degli organici, del numero delle classi, del monitoraggio dei fabbisogni, dell’orientamento.
La situazione attuale mostra una sovrapposizione di ruoli e di compiti tra gli organismi territoriali di governo (Ufficio Scolastico Regionale, Regione, Province, Comuni, istituzioni
scolastiche) che, oltre a ingenerare caos, produce ingenti dispersioni di risorse. Nel percorso di confronto tra Stato e Regioni sull’attuazione del decentramento è previsto il trasferimento delle strutture ministeriali decentrate (Usr) alla Regione.
ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE (IFP) - In questo sistema la Regione esercita una potestà "esclusiva". Essa cioè, oltre ad occuparsi della mera gestione, amministrazione e programmazione degli enti, governa l’offerta formativa, definendo, nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni indicati dallo Stato, i percorsi formativi da erogare, gli obiettivi da raggiungere, i livelli qualitativi dei soggetti erogatori dei servizi (ACCREDITAMENTO); l’efficacia e l’efficienza dei servizi (VALUTAZIONE); l’assegnazione delle risorse.
I PERCORSI - Con questa riforma si restituisce al canale della IFP pari dignità a quello della scuola secondaria superiore, si supera cioè la vecchia e scorretta separazione tra ’cultura’ e ’professionalità’.
Ciò significa che si porteranno a sistema e si potenzieranno i percorsi triennali regionali, avviati in via sperimentale nel
2002 (dai 620 iscritti iniziali agli attuali 31mila), a cui seguirà un quarto anno di diploma e un quinto anno utile o a sostenere l’esame per l’accesso all’Università, oppure per l’accesso a un percorso di IFTS (Istruzione e Formazione Tecnica
Superiore) della durata di uno due o tre anni.
I percorsi di IFP regionali assolvono il Diritto Dovere di IFP e il nuovo obbligo di istruzione inserito nella Finanziaria 2007.
CERTIFICAZIONE COMPETENZE - Le competenze acquisite saranno certificate, ovvero rese trasparenti. La spendibilità di tali competenze, la cui certificazione rispetterà gli standard nazionali e le direttive comunitarie, sarà possibile a livello europeo.
Il sistema di certificazione anticipa il possibile superamento del valore legale del titolo di studio e assicura due vantaggi:
un più rapido ingresso nel mondo del lavoro e il diritto di capitalizzare gli apprendimenti acquisiti nel percorso formativo e nell’esperienza lavorativa per trasferirli nei diversi sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro. Ad esempio sarà possibile accedere al secondo anno di un corso triennale anziché al primo.
ACCREDITAMENTO E AUTONOMIA - Nel sistema di Istruzione e Formazione professionale i servizi saranno erogati da soggetti pubblici e privati, equiparati attraverso un sistema di accreditamento.
L’attribuzione delle risorse avviene da parte della Regione in base alla "quota capitaria" (numero degli iscritti). Ciò significa che gli alunni godranno di una "dote" che li accompagnerà nel percorso di studio, ovunque sia la scuola che sceglieranno.
Gli istituti formativi di dipendenza regionale (e quelli eventualmente trasferiti dallo Stato) sono dotati di piena autonomia, anche finanziaria. Avranno cioè la possibilità di selezionare e valutare il personale docente e non docente da assumere.
VALUTAZIONE - In un sistema così composto si rende necessaria una valutazione dell’efficacia e dell’efficienza dell’offerta formativa. Il valutatore indipendente, istituito dalla l.r.
22/2006, verificherà gli obiettivi raggiunti dai servizi erogati. Questa attività di valutazione rende più trasparente la qualità degli istituti, favorisce una virtuosa competitività del sistema, aumentando la libertà di scelta delle famiglie.
RAPPORTO CON ENTI LOCALI - Le Province, in accordo con i Comuni interessati, provvedono a rilevare le esigenze formative del proprio territorio, adottando i Piani provinciali, su cui l’assessorato regionale costruisce poi il Piano regionale dei servizi essenziali per tutto il sistema educativo. In coerenza con il principio di autonomia i soggetti pubblici e privati possono istituire ulteriori percorsi, senza però pesare sul bilancio regionale.
QUOTA REGIONALE PIANI DI STUDIO - Il Consiglio regionale, su proposta della Giunta, individuerà, in relazione alla quota regionale dei piani di studio personalizzati del sistema di istruzione, gli aspetti caratterizzanti il sistema educativo lombardo, promuovendo le specificità e le tradizioni delle comunità locali e valorizzando l’autonomia delle istituzioni scolastiche.
(27/07/2007)
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