Ubriachi o drogati al volante
Ora sono volontari tra i poveri

Da ubriachi al volante finiti in un'aula giudiziaria a volontari a fianco dei più deboli. Per chi è stato beccato alla guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, si può convertire la pena chiedendo di prestare un servizio di pubblica utilità.

Da ubriachi al volante finiti in un'aula giudiziaria a volontari a fianco dei più deboli. Per chi è stato beccato alla guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di stupefacenti, da un anno a questa parte è possibile convertire la pena (nel migliore dei casi una sanzione pecuniaria salatissima e il ritiro del veicolo e della patente) richiedendo di prestare un servizio non retribuito di pubblica utilità. In questo modo il reato viene estinto e dimezzato il tempo di sospensione della patente se l'esito del percorso è positivo.

Sono ben 1.193 i fascicoli aperti dalla Procura di Bergamo nel 2011 per guida in stato di ebbrezza, e quindi in violazione dell'articolo 186 del Codice della Strada. Si tratta di una norma che prevede tre fattispecie, in base allo stato di ebbrezza: con tasso compreso tra 0,5 e 0,8 grammi/litro c'è l'ammenda da 500 a 2.000 euro (patente sospesa da 3 a 6 mesi); da oltre 0,8 fino a 1,5 ammenda da 800 a 3.200 euro e arresto fino a sei mesi (patente sospesa da 6 a 12 mesi); oltre 1,5 ammenda da 1.500 a 6 mila euro e arresto da sei a dodici mesi (patente sospesa da 1 a 2 anni, confisca dell'auto).

Il Tribunale di Bergamo ha siglato convenzioni per accogliere i volontari «causa di forza maggiore» con 36 enti in tutta la provincia: 29 comuni tra cui Dalmine, Almenno, Spirano e Torre Boldone, Ponteranica, ma anche associazioni impegnate nell'assistenza dei più deboli come l'associazione In Strada onlus, la comunità per minori don Milani di Sorisole, la Fondazione don Stefano Palla, la Croce Azzurra e la Caritas diocesana bergamasca. In campo anche l'azienda ospedaliera di Treviglio Caravaggio e il Consorzio Parco dei Colli. Sono 145 le posizioni aperte in tutta la provincia ma non bastano a coprire tutte le richieste.

Un dato per tutti: alla Caritas diocesana bergamasca è stata data la disponibilità di accogliere sette persone per lavori socialmente utili ma in un anno sono passate per i Servizi Segno dell'ente caritativo almeno 90 persone. Un centinaio le richieste inoltrate in tutto.

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