Cronaca / Valle Cavallina
Mercoledì 28 Marzo 2012
Maroni nella «sua» Bergamo
I «lumbard» all'ultima conta
«Sarà un momento importante per decidere, perché i congressi si fanno per discutere e per decidere, così funziona in un movimento democratico come quello della Lega». Bobo Maroni sceglie Telgate per lanciare la volata di primavera.
«Sarà un momento importante per decidere, perché i congressi si fanno per discutere e per decidere, così funziona in un movimento democratico come quello della Lega». Bobo Maroni sceglie Telgate, profondo lumbard (a pagina 15 i dettagli della sua visita) per lanciare la volata di primavera, quella che ricompatterà la Lega dopo le recenti divisioni interne. Nella speranza che il Carroccio riesca a ritagliarsi un ruolo decisivo nello scacchiere politico, mission impossible o quasi, almeno fino a quando saranno Mario Monti e il suo governo tecnico a dettare l'agenda politica del Belpaese.
Per questo il congresso della Lega Lombarda, che si terrà proprio a Bergamo – dal 1 al 3 giugno – diventa un ottimo termometro per misurare lo stato di salute dei lumbard. Soprattutto perché è stato richiesto dalla base del movimento lumbard, e in maniera davvero plateale, come dimostrano gli striscioni e i cartelli esposti alla manifestazione di gennaio a Milano.
«Questa – ammette Maroni – è una fase molto importante per il rinnovamento del movimento, che richiede il massimo impegno di tutti». Rinnovamento che passa, evidentemente, dal riequilibrio tra le due componenti interne, i «barbari sognanti» e i fedelissimi del «cerchio magico».
Ma, almeno da questo punto di vista, la nebbia in Val Padana sembrerebbe diradata. La radiografia della Lega Lombarda conferma la sostanziale compattezza del movimento. Le cifre non sono ancora ufficiali, ma siamo sicuri di non sbagliare di molto dicendo che degli 81 delegati bergamaschi chiamati a votare ai primi di giugno, 75 (forse 76) potrebbero essere definiti «maroniani-bossiani», e solo 5 potrebbero essere attribuiti in quota al cosiddetto «cerchio magico» (a Bergamo l'esponente più in vista, di questo gruppo, è Carolina Lussana).
La stessa percentuale la dovremmo ritrovare, per fare qualche esempio, nella provincia di Mantova (24 delegati su 25), in Valle Camonica (12 su 14) e a Milano (22 su 24): solo a Brescia la percentuale è meno schiacciante, sfiorando comunque il 70 per cento. In politica, si sa, gli equilibri sono sempre provvisori: cambierà qualcosa da qui a giugno? L'impressione è che i prossimi mesi non dovrebbero riservarci sorprese.
Il partito adesso è impegnato nella fase preparatoria delle elezioni amministrative del 6-7 maggio. L'obiettivo è quello di chiudere le liste facendo quadrare i conti nell'impervia matematica delle alleanze elettorali, appesa al filo di liste civiche che spessp vivono e respirano solo di storia locale. Il congresso di Bergamo porterà all'elezione del segretario della Lega Lombarda, il successore di Giancarlo Giorgetti. Non è ancora chiaro chi sfiderà chi, tra «barbari sognanti» e adepti del «cerchio magico». Tra i «barbari sognanti» è una sfida a tre, con il milanese Matteo Salvini, il lodigiano Andrea Gibelli e il bergamasco Giacomo Stucchi a contendersi il diritto di sfidare l'avversario.
Le previsioni indicano un duello tra gli ultimi due, che porterebbero poi il bergamasco alla candidatura ufficiale per i «barbari». Totale incertezza, invece, sul candidato del «cerchio magico»: si parla dell'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli ma anche di Daniele Molgora, però si sa pochissimo e quel poco è secretato. Veterano del Parlamento romano, Stucchi è considerato un ottimo mediatore e questa è una dote di cui avrà bisogno nel suo nuovo ruolo. Perché la Lega non può mollare la presa sul fronte romano.
Tanto è vero che Maroni, sempre a Telgate, ha tuonato contro Mario Monti: «Noi siamo all'opposizione, se il presidente del consiglio getta la spugna non abbiamo niente da recriminare, anzi. Abbiamo sempre sostenuto e continuiamo a sostenere che il popolo è sovrano e la parola deve passare al popolo il più in fretta possibile. Qualsiasi momento va bene - ha concluso Maroni - le elezioni prima si fanno, meglio è».
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