Cronaca
Lunedì 26 Marzo 2012
«Anziani più felici se assistiti in casa»
La Cisl: «Costerebbero anche meno»
«Vanno bene le case di riposo, certo. Ma come Federazione pensionati crediamo che sia più opportuno investire nell'assistenza domiciliare e nei centri di sollievo». Parola di Michele Bettoni, della segreteria provinciale Fnp Cisl.
«Vanno bene le case di riposo, certo. Ma come Federazione pensionati crediamo che sia più opportuno investire nell'assistenza domiciliare e nei centri di sollievo». Parola di Michele Bettoni, della segreteria provinciale Fnp Cisl, responsabile del settore Sociale e contrattazioni.
Le case di riposo nella Bergamasca sono complessivamente 61 - spiega Bettoni - con oltre 5 mila posti letto, la quasi totalità dei quali con accreditamento regionale: beneficiano, cioè, di un rimborso erogato dal Pirellone.
«Sono strutture ben attrezzate - insiste il rappresentante sindacale - che rispettano i parametri fissati dalla Lombardia, ai quali si sono adeguate, peraltro, in molti casi, con non poca fatica. Questo, infatti, ha comportato il superamento di una logica di fondo che ha sempre sostenuto le case di riposo nella nostra provincia, strutture basate in buona sostanza sul volontariato, nate dalle parrocchie, dai Comuni. Negli anni si sono trasformate, realizzando infrastrutture con precisi criteri, dotandosi di determinate attrezzature e sopportando costi non indifferenti».
Anche queste trasformazioni spiegano una certa lievitazione delle rette. «Aumenti spesso necessari - continua Bettoni - ma talvolta eccessivi per la ricaduta che hanno sulle famiglie degli anziani. Bisogna considerare che la retta media in provincia si aggira intorno al 1.600/1.700 euro al mese, con oscillazioni che variano dai poco più che 1.000 euro, fino anche a 3.000».
Al di là del problema rette e del business del settore, e pur valorizzando il servizio che le diverse case di riposo offrono nella Bergamasca, per Michele Bettoni in provincia servirebbe un salto di qualità nell'assistenza agli anziani. «Siamo convinti - spiega il responsabile Fnp Cisl - che il vero problema sia quello di potenziare l'assistenza domiciliare. Costa meno alla collettività e offre la possibilità di una cura più umana ed efficace nei confronti delle persone anziane, che restano inserite nei loro contesti vitali».
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di lunedì 26 marzo
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