Alleanza per l'Italia sull'aeroporto:
Comune e Provincia lascino Sacbo

Sulle vicende azionarie della Saco interviene anche il coordinamento provinciale di Alleanza per l'Italia secondo cui «vi sono diverse ragioni per le quali va seriamente rivista l'opportunità di mantenere la presenza azionaria del Comune e della Provincia».

La questione, oggetto di dibattito in questi giorni, della partecipazione azionaria dei soggetti pubblici alla Società di gestione dello scalo areoportuale di Bergamo-Orio al Serio, Sacbo S.p.a., deve «essere seriamente affrontata senza atteggiamenti ideologici, né schematismi consolidati».

Lo dice il coordinamento provinciale di Alleanza perl'Italia secondo cui «vi sono diverse ragioni per le quali va seriamente rivista l'opportunità di mantenere la presenza azionaria del Comune e della Provincia».

«E' indubbio - si legge in una nota - che lo sviluppo dell'aeroporto in questi passati decenni sia stato il frutto in primo luogo della lungimiranza della compagine azionaria a suo tempo formatasi tra Enti Locali, Camera di Commercio e il sistema creditizio ed imprenditoriale del territorio, che hanno creduto nelle potenzialità dell'aeroporto, ed in secondo delle straordinarie capacità manageriali che sono state messe in campo. Oggi vi sono però diverse ragioni, a nostro modo di vedere, per le quali va seriamente rivista l'opportunità di mantenere la presenza azionaria del Comune e della Provincia di Bergamo».

«Queste ragioni - proseguono il comunicato stampa - attengono allo specifico ruolo istituzionale di questi soggetti pubblici, alla oggettiva situazione economico finanziaria degli stessi, alle prospettive di sviluppo del trasporto aereo e del mercato aeroportuale. In questi anni la crescita tumultuosa dello scalo di Orio al Serio, accanto al forte incremento dell'indotto occupazionale e al consolidamento di un'inedita prospettiva di sviluppo turistico, ha posto il tema del conflitto ambientale e territoriale, investendone le pubbliche amministrazioni, Comune e Provincia, che devono da un lato svolgere le funzioni di garanzia e controllo a tutela dell'ambiente e della salute pubblica, mentre dall'altro sono azionisti di Sacbo, in un evidente stato di conflitto di interessi istituzionale».

«Per altro - si legge ancora un comunicatpo stampa - agli Enti pubblici territoriali si pone il problema di chiudere il proprio bilancio, in una situazione di pesante crisi della finanza pubblica e contemporaneamente quello di salvaguardare gli interessi di Sacbo (investimenti, patrimonializzazione, etc.), com'è dovere di ogni buon azionista. Oggi questa presenza negli organismi amministrativi della società di Comune e Provincia non è più necessaria e non offre alcun specifico contributo nella definizione delle strategie aziendali, che ormai vanno inquadrate all'interno di uno scenario e di un mercato di dimensione internazionale. Comune e Provincia sono chiamate a ben altro ruolo rispetto al gestire piattaforme aeroportuali, concentrandosi semmai nell'armonizzare la pluralità delle iniziative imprenditoriali, raccordandola in un disegno di vocazione e competitività territoriale».

«Inoltre - prosegue il comunicato stampa -, Comune e Provincia potrebbero trarre in questo momento un grosso beneficio dalla valorizzazione/alienazione delle quote di partecipazione a favore di altri investimenti, magari sul fronte infrastrutturale, completamente bloccato dai vincoli posti del patto di stabilità. In futuro le azioni potrebbero non avere più lo stesso valore, come insegna l'esperienza di A2A. Non è facile indovinare il momento giusto per vendere e non è neppure saggio che un soggetto istituzionale agisca con intenti troppo speculativi e pertanto più rischiosi».

«L'eventuale alienazione delle partecipazioni di Comune e Provincia - conclude il comunicato stampa - sarebbe auspicabile avvenisse senza strappi con gli altri partners territoriali, in primis con la Camera di Commercio, che forse possono svolgere ancora un ruolo utile, nella consapevolezza che la dimensione locale per questo tipo di società non sarà più quella ottimale e che comunque oggi il rapporto con il socio milanese resta essenziale: non è più tempo di solitaria bergamaschità».

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