Cronaca
Venerdì 16 Marzo 2012
Madone contro l'inceneritore
«Preoccupati per l'ampliamento»
Madone dice no all'ampliamento dell'impianto di termodistruzione di rifiuti speciali pericolosi industriali di Ecolombardia4. Lo ha fatto con una delibera di Giunta il 27 febbraio, il giorno prima della conferenza dei servizi in Provincia.
L'amministrazione comunale di Madone dice no all'ampliamento dell'impianto di termodistruzione di rifiuti speciali pericolosi industriali di Ecolombardia4. Lo ha fatto con una delibera di Giunta il 27 febbraio, il giorno prima della conferenza dei servizi in Provincia durante la quale la società di Filago ha presentato il progetto per poter bruciare altre 30 mila tonnellate annue di rifiuti speciali, oltre alle 70 mila già consentite, portando così il totale a centomila tonnellate annue.
La delibera, firmata dal sindaco Maurizio Cavagna e dagli assessori Martino Lego, Luigi Ferrari e Giuseppe Teoldi (assente per impegni di lavoro il vice sindaco Bruno Ceresoli), è stata inviata in primis al Consorzio ambiente territorio e servizi, che sta analizzando il progetto di Ecolombardia4 per conto dei comuni di Bottanuco, Filago e Madone, dei quali il Consorzio è parte, ai sindaci di Filago e di Bottanuco. ai componenti del Gruppo di lavoro e alla società.
«Abbiamo voluto rimarcare la nostra forte preoccupazione su questo ampliamento, esprimendo il nostro parere negativo perché tutti i comuni riflettano e siano in grado di pensare agli sviluppi futuri – dichiara il sindaco di Madone, Maurizio Cavagna –. L'area è già satura di emissioni delle molte industrie in loco e concentrazioni inquinanti di Pm10, oltre alle prossime strutture viarie sovracomunali come la Pedemontana. Oggi serve una consapevolezza di cosa vuol dire avere un inceneritore sul territorio e acconsentire ad un ampliamento fuori alle porte di casa: si trova a nemmeno trecento metri d'aria dalle abitazioni di via Carso. Dobbiamo capire cosa implica sotto ogni punto di vista, in primis il fattore sicurezza, le aree di stoccaggio di questi rifiuti speciali industriali, e emissioni inquinanti che vanno ad aggiungersi a tutte quelle già presenti».
Leggi di più su L'Eco di Bergamo oggi in edicola
© RIPRODUZIONE RISERVATA