Bergamo, cresce il sommerso
37 mila gli occupati «in nero»

Cresce il lavoro sommerso. I lavoratori irregolari nel 2011 sono cresciuti di circa 5 mila unità raggiungendo la quota di 37 mila persone. Gli occupati in Bergamasca sono 468 mila. I lavoratori del mondo del sommerso sono concentrati in larga parte nei servizi.

Cresce il lavoro sommerso in Bergamasca. I lavoratori irregolari nell'ultimo anno sono cresciuti di circa 5 mila unità raggiungendo la quota record di 37 mila persone. Gli occupati in Bergamasca raggiungono quota 468 mila.

I lavoratori che si muovono nel mondo del sommerso sono concentrati in larga parte nei servizi: 20.500, ma anche 11 mila nell'industria, 5 mila nell'edilizia e 500 nell'agricoltura. Sono solo alcuni dei dati che emergono da una ricerca, portata avanti da tre anni ormai, su «Il lavoro sommerso nella Provincia di Bergamo» commissionata dal dipartimento di Scienze giuridiche della facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bergamo con il sostegno della Camera di Commercio, Cassa Edile, Ance, Ente bilaterale del commercio e dei servizi e Ebitral per l'anno 2011. La ricerca è stata coordinata da Maurizio Sala Chiri, docente di Diritto del lavoro, e curata da Isabel Perletti e Samuele Rota.

Il fenomeno, sfuggente proprio perchè sommerso, è stato individuato grazie a un incrocio di dati sulle ispezioni della Direzione provinciale del lavoro, dell'Inps e dell'Inail, oltre che quelli delle vertenze sindacali di Cgil, Cisl e Uil. Un contributo sostanziale anche dall'analisi dei dati Istat sull'occupazione (e disoccupazione) incrociati con l'andamento della domanda e dell'offerta di lavoro.

A preoccupare i ricercatori sono alcuni elementi in particolare: l'aumento in questo ultimo anno del numero di inattivi (circa seimila unità). Proprio tra chi è temporaneamente lontano dal mondo del lavoro potrebbe crescere il numero di lavoratori irregolari. Un altro elemento preoccupante è il forte gap di genere, tra uomini e donne, nel tasso di occupazione. Il primo si attesta al 75,3% mentre il secondo al 51,7% in calo rispetto agli anni precedenti. Proprio le donne, escluse dal mondo del lavoro, stanno ripiegando su lavori irregolari, in primis lavori domestici.

Cuochi, camerieri e lavoratori impiegati nei pubblici esercizi: è qui poi che si nasconde la nuova piaga del lavoro irregolare. Il 38% dei lavoratori in nero sono stati pizzicati proprio in questo settore. In generale nel settore terziario (industria, commercio, alberghi e pubblici esercizi, servizi in generale) si concentra anche il 54,4% dei lavoratori irregolari dei 2.628 accertamenti effettuati nel 2010. In questo caso molti dei lavoratori in chiaro scuro dal punto di vista contrattuale si concentrano nelle attività domestiche e di assistenza familiare, seguiti dall'edilizia e ancora dai pubblici esercizi.

Su 2.400 aziende ispezionate, i lavoratori irregolari rilevati sono 2.628: per ogni impresa c'è almeno un lavoratore irregolare.

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