Cronaca
Domenica 26 Febbraio 2012
De Roma, comandante Gdf
«Così scoviamo i furbetti»
«Abbiamo una trentina di banche dati da cui attingere per effettuare controlli incrociati e scoprire gli evasori». Parole del comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Giovanni De Roma, che ha coordinato la maxi operazione nella Bergamasca.
«Abbiamo una trentina di banche dati da cui attingere per effettuare controlli incrociati e scoprire gli evasori». Parole del comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Giovanni De Roma, che ha coordinato la maxi operazione eseguita tra venerdì e ieri nella Bergamasca. Strumenti sempre più affinati, trenta banche dati, per dare la caccia a «furbetti» e falsi poveri.
Comandante, questa operazione a largo raggio su tutta la provincia, e su più fronti, è l'inizio di un nuovo corso nella lotta all'evasione?
«È vero, è la prima operazione di massa, se così si vuol chiamare, perché effettuata sul territorio e su tutte le categorie, dal mercato rionale allo studio del libero professionista. Ma non dimentichiamoci che ogni giorno abbiamo in giro 30 pattuglie che fanno controlli: l'attenzione, dunque, c'è sempre».
Come si spiegano tante violazioni in materia di emissione di scontrino o ricevuta fiscale?
«Abbiamo banche dati relative agli episodi di mancata emissione di scontrino fiscale. È chiaro che i controlli hanno riguardato anche i commercianti che sono inseriti in queste banche dati e che, dunque, avevano già commesso violazioni in passato. Altrimenti non sarebbe semplice, per noi, arrivare nel momento esatto in cui avviene l'infrazione».
Simili blitz in grande stile saranno ripetuti spesso?
«L'operazione ha dato risultati importanti, perché no. Controlli di questo tipo richiedono un grande sforzo numerico (abbiamo impiegato 140 militari) e approfondimenti che poi ci impegnano per mesi. Ma è il nostro lavoro. Segnalo che in questi due giorni, vedendo molte pattuglie in giro, le chiamate al 117 hanno subito un'impennata».
Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di domenica 26 febbraio
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