Pdl, Capelli succede a Saffioti
Nelle 40 sezioni ha votato il 41,8%

Il dato è definitivo, le sezioni scrutinate sono tutte (40 su 40): sarà Angelo Capelli il successore di Carlo Saffioti alla guida del Pdl bergamasco. Quando era già passata l'1 del mattino, a Capelli erano andati quasi 1.100 voti in più rispetto a Piccinelli.

Il dato non è definitivo, ma le sezioni scrutinate sono tutte (40 su 40): è Angelo Capelli il successore di Carlo Saffioti alla guida del Pdl bergamasco. La conta delle preferenze è proseguita fino a notte fonda.

Quando era già passata l'1 del mattino, a Capelli erano andati quasi 1.100 voti in più rispetto a Enrico Piccinelli: alla fine del riconteggio, il dato finale potrebbe discostarsi di qualche decina di voti, ma l'indicazione è chiara. L'anima formigoniana guiderà il Pdl orobico.

Il confronto si è giocato voto su voto, tessera su tessera, al 1° congresso provinciale che si è tenuto in Fiera. Alla chiusura delle urne sono stati 7.133 i votanti, pari al 41,8 % dei 16.998 mila aventi diritto. Capelli, alla fine, ha ottenuto 3.906 preferenze,pari al 58,1% dei voti espressi. A Piccinelli, invece, sono andate 2.814 preferenze, pari al 41,9% dei voti espressi.

I DUE PROTAGONISTI
Angelo Capelli, 44 anni, avvocato e sindaco di Ponte Nossa. Era il candidato alla segreteria del Pdl per il fronte formigoniano. Tesserato a Forza Italia dal 2007, nessuna esperienza precedente.

Enrico Piccinelli, 47 anni, ingegnere, assessore in Provincia. Una mezza segreteria come successore supplente pro tempore di Gianantonio Arnoldi nel 2001, un passo indietro quando sembrava già destinato ad ereditarne lo scettro qualche mese dopo, un tentativo fallito nel 2004.

L'ELEZIONE
Il nome del successore di Carlo Saffioti al coordinamento provinciale è arrivato quando ormai erano le prime ore di lunedì. Una lunga attesa sia per Enrico Piccinelli che per Angelo Capelli: schieramento laico contro quello formigoniano.

Dal palco della Fiera, la sintesi migliore del Pdl l'ha fatta proprio Carlo Saffioti, coordinatore uscente, quando ha ricordato di «aver trovato un partito diviso e di averlo lasciato diviso. Ma che comunque c'è».

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