Cronaca / Bergamo Città
Mercoledì 01 Febbraio 2012
Avventura editoriale per l'Aeper:
si recupera la tradizione popolare
La fondazione intitolata a Don Primo Bonassi, composta da diverse realtà attive nel mondo del volontariato e del sociale, inaugura il 2012 con nuove iniziative. Parte della Fondazione si lancia in una nuova avventura editoriale per recuperare la tradizione popolare.
La fondazione intitolata a Don Primo Bonassi, composta da diverse realtà attive nel mondo del volontariato e del sociale, inaugura il 2012 con nuove iniziative. Conclusi i festeggiamenti per il 25° anniversario del gruppo Aeper (Animazione educazione prevenzione e reinserimento), parte della Fondazione si lancia in una nuova avventura editoriale.
A presentare le novità del composito gruppo, Marco Caraglio di Aeper e don Emilio Brozzoni, che più di trent'anni fa pose le fondamenta di questa importante realtà: «Nella fondazione dedicata a Don Primo Bonassi – spiega Marco Caraglio – vengono raggruppate la Comunità Nazareth, l'associazione e la cooperativa sociale Aeper, la cooperativa sociale Il Varco e la cooperativa agricola La Peta. La fondazione è una tappa importante che porta alla formalizzazione del gruppo Aeper».
Forte è il legame con la Diocesi di Bergamo: «Della fondazione fa parte la Diocesi di Bergamo – precisa Marco Caraglio –. Abbiamo voluto evidenziare questo aspetto e questo legame con la Chiesa di Bergamo anche se la nostra realtà è di natura laica».
Le nuove iniziative hanno una forte connotazione culturale: «L'aspetto culturale è importantissimo – continua Marco Caraglio -. C'è un forte bisogno di formazione e cultura popolare. La nuova casa editrice non ha scopi imprenditoriali, il nostro obiettivo è valorizzare il patrimonio culturale e valoriale maturato negli anni dal gruppo Aeper. Un patrimonio dal carattere popolare, che deve essere diffuso. E' cultura che nasce dall'esperienza di tutti i giorni».
Tra le edizioni, il volume «La salüte e po' piö. Malattia e ricerca della salute nella cultura popolare»: «Nel volume – spiega don Emilio Brozzoni - sono raccolti tutti i rimedi dei nostri nonni, che accomunano la cultura di tutta la provincia bergamasca. Oggi è importante recuperare quello che si sta perdendo, facendo girare la consapevolezza di quello che eravamo. I giovani rischiano di essere delle belle piante ma senza radici. Sono proprio queste radici che devono essere conosciute perché sono il tramite per costruire il proprio futuro».
Tra le iniziative promosse dalla fondazione una serie di incontri, che saranno preceduti da un Laboratorio Culturale, un libero spazio di dibattito. Si tratta di momenti di confronto dal titolo «Dialoghi con testimoni del nostro tempo».
Marco Revelli, docente di Scienza della politica presso l'università del Piemonte Orientale Avogadro, Francesco Gesualdi, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano e Luigino Bruni, docente di Economia Politica presso l'Università di Milano Bicococca, affronteranno i temi del lavoro, dell'economia sostenibile, del rapporto tra economia e felicità.
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