Omicidio di Gorno, sentenza venerdì
Il pm chiede l'ergastolo per Quistini

È attesa per venerdì 20 la sentenza a carico di Dionisio Quistini, in manette per l'omicidio di Giovanni Benigni e del tentato omicidio di Caterina Quistini, sorella dell'imputato e moglie dell'anziano ucciso. Il pm ha chiesto l'ergastolo, i difensori puntano sul minimo della pena.

Non è arrivata giovedì 19 gennaio la sentenza a carico di Dionisio Quistini, finito in manette per l'omicidio di Giovanni Benigni e del tentato omicidio di Caterina Quistini, sorella dell'imputato e moglie dell'anziano ucciso. Il pm ha chiesto l'ergastolo, i difensori puntano sul minimo della pena. La decisione del processo con rito abbreviato è attesa per venerdì 20.

Per il pm Fabrizio Gaverini il 68enne Quistini merita l'ergastolo, anche in considerazione delle aggravanti (futili motivi e premeditazione), mentre i difensori Angelo Capelli e Gianluca Quadri, sottolineando che l'omicidio è stato commesso durante un raptus di follia provocato dagli insulti ricevuti dai parenti, hanno chiesto il minimo della pena tolte le due aggravanti.

Ricordiamo che nella precedente udienza era stata respinta l'ulteriore loro richiesta di una perizia psichiatrica per accertare le condizioni mentali di Quistini al momento del fatto. L'imputato si trova nel carcere di Bergamo dal giorno dell'omicidio, ovvero dal maggio 2011.

Dopo anni di litigi con la famiglia della sorella, persa la proprietà della propria abitazione (per due terzi pignorata per i risarcimenti e le spese legali maturati perdendo le cause contro Caterina Quistini) e messo di fronte all'imposizione di andarsene, aveva afferrato un piede di porco e con quello aveva colpito sorella e cognato.

Lei, 64 anni, era rimasta gravemente ferita, entrando anche in coma, ma è sopravvissuta alle ferite; per Giovanni Benigni, 78 anni, invece non c'era stato nulla da fare. Nisio Quistini dopo l'aggressione si era costituito ai carabinieri ed era stato portato in carcere. Davanti al gip aveva nuovamente ammesso tutto: «Mi hanno insultato, dicendomi: vai via da casa, barbone. Io, a quel punto, ho perso la testa, ho afferrato un piede di porco che era lì sul pianerottolo e ho cominciato a colpirli», aveva spiegato.

Quanto alla causa civile, la richiesta di risarcimento è di 100 mila euro.

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