«Personale in tilt sulla nave
La scialuppa l'ho sganciata io»

«L'equipaggio era completamente impreparato. Tant'è vero che la scialuppa che ha poi tratto in salvo me e mia moglie l'ho dovuta sganciare io stesso». È il racconto di una coppia di Calvenzano che era sulla Costa Concordia.

«L'equipaggio era completamente impreparato. Tant'è vero che la scialuppa che ha poi tratto in salvo me e mia moglie l'ho dovuta sganciare io stesso, perché nessun altro dava una mano. È stata una delle prima a mettersi in moto, per questo c'era la calca: tutti volevano salire e allontanarsi il più possibile. È stato un incubo, ora vogliamo soltanto dimenticare».

È tornata a casa soltanto sabato sera la coppia di ristoratori di Calvenzano, residente a Vailate, che, ventiquatt'ore prima, era tra i passeggeri della Costa Concordia naufragata all'Isola del Giglio. Ernesto Bresciani, 50 anni, e la moglie Rosa Villa, 49, per vent'anni hanno gestito il ristorante «La botte» di Calvenzano.

«Quando c'è stato l'impatto con lo scoglio, noi eravamo seduti al ristorante del ponte 11 - racconta Ernesto -. È accaduto tutto all'improvviso. Si è sentito un tonfo sordo proveniente dal basso, come se la nave fosse finita contro qualcosa, strisciando. In pochi istanti è stato il caos. Contemporaneamente è pure saltata la corrente e siamo rimasti al buio per circa cinque minuti. Poi è tornata: in seguito è saltata altre due volte».

Nel dramma, il ristoratore e la moglie sono stati fortunati: «Ci trovavamo vicini all'uscita, dunque ci siamo precipitati all'esterno: altre persone avranno dovuto salire o scendere scale o percorrere dei corridoi, mentre noi abbiamo subito raggiunto il ponte esterno, dove abbiamo indossato i giubbotti di salvataggio, presi davanti alle scialuppe».

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