Frenata di Bossi su Maroni:
no divieti, un comizio insieme

«Non è il momento delle polemiche. Chi spera in una Lega divisa rimarrà deluso». Umberto Bossi ferma la resa dei conti nel Carroccio. O almeno, la rinvia. Roberto Maroni era pronto, sostenuto dalla base, ad andare allo scontro.

«Non è il momento delle polemiche. Chi spera in una Lega divisa rimarrà deluso». Umberto Bossi ferma la resa dei conti nel Carroccio. O almeno, la rinvia. Roberto Maroni era pronto, sostenuto dalla base, ad andare allo scontro.

«Umiliato e offeso» dalla decisione di vietargli di tenere comizi in Lombardia, già mercoledì avrebbe sfidato la censura, a Varese. E invece il Senatùr, da cui il diktat era venuto, sabato 14 gennaio lo ha chiamato nel pomeriggio. E poi ha fatto, a modo suo, marcia indietro: su Maroni non ci sono veti, ha annunciato. Mentre Maroni chiosava: «Spero la cosa sia chiarita definitivamente».

La rottura sembrava ormai inevitabile, dopo venerdì sera. Dopo la decisione, assunta dal Consiglio nazionale lombardo «su indicazione del segretario federale» Umberto Bossi, di «sospendere» tutti gli incontri di Maroni programmati nella regione.

«Vogliono cacciarmi, ma non mollo», è stata subito la risposta di un battagliero «Bobo» via Facebook. «Mi sento umiliato e offeso, non so quale colpa ho commesso per meritarmi una pena così pesante», ha commentato l'altra notte.

Poi, in mattinata, la controffensiva dei «maroniani». Dal territorio (inclusa la città del Senatùr, Gemonio) sono arrivati decine di inviti all'ex ministro a partecipare a incontri, contravvenendo al diktat della segreteria. Mentre su Facebook pioveva un'ondata di messaggi di solidarietà a «Bobo» e di dura critica al Capo.

Infine, l'annuncio: mercoledì prossimo, in barba al divieto, Maroni in comizio a Varese. Il messaggio era chiaro: questa volta l'ex ministro dell'Interno non avrebbe accettato di essere zittito. A costo di arrivare allo scontro frontale nei congressi, che già i parlamentari a lui vicini tornavano a chiedere.

Uno scontro tra Bossi e Maroni, certo. Ma anche tra due anime della Lega, maroniani e «cerchisti». Mentre già soffiavano forti venti di guerra, però, nel pomeriggio è arrivata la svolta. Il Capo, con un gesto di pace, ha telefonato a Maroni.

Poi ha parlato a «La Padania»: «Non è il momento delle polemiche - ha detto -. Chi spera in una Lega divisa e dà ascolto a intermediari confusionali rimarrà deluso». Un ramo d'ulivo, insomma: Bossi non solo ha tolto ogni veto alla partecipazione dell'ex ministro ai comizi leghisti, ma ha annunciato che lui e Maroni ne terranno presto uno insieme.

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