Cronaca
Sabato 07 Gennaio 2012
Addio ad Arbace Mazzoleni
Decano bergamasco degli avvocati
Avvocato, reduce di guerra, antifascista, socialista, musicofilo, cittadino benemerito: Arbace Mazzoleni, personalità che ha attraversato quasi un secolo di storia bergamasca, è morto venerdì 6 gennaio all'età di 95 anni nella sua casa di via Matris Domini.
Avvocato, reduce di guerra, antifascista, socialista, musicofilo, cittadino benemerito: Arbace Mazzoleni, personalità poliedrica che ha attraversato quasi un secolo di storia bergamasca, è morto venerdì 6 gennaio all'età di 95 anni nella sua abitazione di via Matris Domini.
Il decano degli avvocati bergamaschi - fino alla data della sua cancellazione dall'Albo la sua era la tessera numero 1 - partecipò attivamente alla vita politica, amministrativa e culturale della città. La sua iscrizione all'Albo degli avvocati di Bergamo è datata 1945: iniziava una carriera forense (con lo studio in via Verdi 2) destinata a durare oltre sessant'anni.
«È certo - scriveva lui stesso nel 2001 in una lettera a L'Eco di Bergamo - che alla fine dell'ultima guerra, quando lasciammo questa o quella divisa e iniziammo la professione, tra i colleghi che erano rimasti in borghese trovammo un nutrito gruppo di autentici maestri, come il procuratore Costantino Grillo e quel gruppo di giovani, preparati magistrati di cui faceva parte Alberto Ponsero».
Tanti avvocati ora ricordano Arbace Mazzoleni proprio così, come un maestro. Di stile, oltre che di legge. «È mancata una grande persona, una figura fondante della nostra avvocatura – dichiara il presidente dell'ordine degli avvocati, Ermanno Baldassarre – che ha incarnato alla perfezione i princìpi della nostra professione».
Arbace Mazzoleni lascia l'amata moglie Pinuccia (sposata nel 1951) e i figli Barbara (moglie del deputato Gabriele Cimadoro), Susanna (moglie di Antonio Di Pietro) e Massimo. Susanna e Massimo hanno seguito, da avvocati, la strada del padre. I funerali di Arbace Mazzoleni saranno celebrati lunedì 9 gennaio nella chiesa di Sant'Alessandro della Croce.
Leggi di più su L'Eco di sabato 7 gennaio
© RIPRODUZIONE RISERVATA