Cronaca
Sabato 07 Gennaio 2012
I disabili e il decreto Monti
Rischio blocco di 6 mila pensioni
«È un disastro». Giovanni Manzoni, il presidente Anmic, evidenzia un rischio per 5-6 mila disabili bergamaschi: la sospensione del pagamento della pensione, se superiore ai mille euro e se fin qui riscossa in posta o in banca da un familiare o una persona con delega.
«È un disastro». Giovanni Manzoni, come suo solito, non usa giri di parole. Il battagliero presidente provinciale dell'Anmic (Associazione nazionale mutilati invalidi civili) mette in guardia dal pericolo di fronte al quale potrebbero trovarsi 5-6 mila disabili bergamaschi: la sospensione del pagamento della pensione, se superiore ai mille euro e se fin qui riscossa in posta o in banca da un familiare o una persona con delega.
Un problema di cui è al corrente anche la Cgil: lo sportello di Segretariato sociale del sindacato (conferma la responsabile Annalisa Colombo) è stato subissato da decine e decine di chiamate di chi si è già trovato di fronte a questa impossibilità.
Il problema nasce dal vincolo previsto dal decreto Monti di non pagare in contanti pensioni di importi superiori, appunto, ai mille euro. Per il disabile, però, questa decisione rischia di diventare un vero e proprio ostacolo alla riscossione. Tant'è che le associazioni si stanno mobilitando per far slittare al 31 marzo l'entrata in vigore della nuova norma.
Finora, infatti, la persona che aveva ricevuto a suo tempo la delega del disabile poteva recarsi ogni mese allo sportello e incassare. Adesso basta: l'accredito avviene solo su conto corrente. «Ma il disabile, che nel frattempo ha peggiorato anche le sue capacità, non si trova più nelle condizioni di poterlo aprire», Manzoni fa presente la prima difficoltà.
L'unica soluzione, allora, è trasformare la vecchia delega alla riscossione in nomina ad amministratore di sostegno. Una pratica che spetta al Tribunale amministrativo e che richiede, nella migliore delle ipotesi, due-tre mesi per essere espletata.
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