«Le Mucche al pascolo»
in Europa con il frisbee

Era l'inverno generoso del 1999 e la neve scendeva a fiocchi grossi sui visi arrossati dal freddo e imperlati di sudore. Loro erano «Le Mucche al pascolo», la neonata squadra di frisbee di Bergamo; una decina tra ragazzi e ragazze che correvano entusiasti e un po' imbranati sul prato imbiancato della Fara lanciandosi un frisbee, orgogliosi della manciata di curiosi infreddoliti che la domenica si fermava a bordo campo e li osservava con stupore e simpatia.

Il nome l'avevano scelto la notte di Capodanno, mentre festeggiavano l'anno nuovo e l'inizio della loro avventura, in una baita di montagna: sulla tavola apparecchiata con una tovaglia rossa, zampone, lenticchie e un disco giallo fluorescente; nel cuore una scommessa: che anche Bergamo un giorno potesse vantare una squadra di frisbee di tutto rispetto.

Scommessa vinta: Michele Nolli era seduto a quella tavola e oggi, dodici anni dopo, è fiero delle «sue» Mucche che giocano nel campionato italiano, partecipano a quello europeo e vantano la presenza di cinque giocatori della nazionale italiana: oltre a Nolli, Davide Foresti, Diego Savoldelli, Giampietro Facchinetti e Andrea Temporin, che quest'estate hanno giocato gli Europei di Ultimate Frisbee di Maribor, in Slovenia.

Nato in America negli anni '60, il frisbee arriva in Italia dieci anni più tardi, faticando ad affermarsi come disciplina sportiva. «Oggi invece è considerato uno sport a tutti gli effetti - spiega Giampietro Facchinetti, giocatore storico delle Mucche - fa capo alla Federazione Italiana Flying Disc e ha regole precise. Si gioca su un campo di 100 metri per 37 in erba, in sabbia o sintetico, con due aree profonde 18; le squadre sono composte da sette giocatori, che scendono a cinque quando si gioca in spiaggia o al coperto.

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