Rapina al «Nikita» nel 2010
Tre condanne a tre anni

Sono stati condannati a tre anni ciascuno i tre malviventi che nel 2010 avevano organizzato la rapina da 16 mila euro alla discoteca «Nikita» di Telgate. Parliamo di esponenti storici della malavita bergamasca. È l'esito del processo con rito abbreviato.

A finire in carcere Giuseppe Mascheretti, 60 anni, residente a Costa Volpino, e Antonio Saviano, suo coetaneo, di Scanzorosciate, accusati di essere gli autori materiali del colpo. A un terzo uomo, Emilio Magni, 56 anni, originario di Fiorano al Serio ma residente a San Paolo d'Argon, è stato invece contestato di aver agito da basista.

La mattina del 12 luglio 2010, intorno alle 8, il fratello del titolare della discoteca «Nikita» raggiunse il locale - a quell'ora chiuso - per ritirare l'incasso del fine settimana, custodito in una cassaforte. La proprietà della discoteca aveva scelto di agire in questo modo, giudicando troppo rischioso portar fuori l'incasso nel corso della notte e depositarlo con il buio in una cassa continua.

Evidentemente, però, due malviventi erano stati bene informati e, facendosi trovare alla discoteca il lunedì mattina presto armati di pistola e con i volti coperti da passamontagna, aggredirono il fratello del titolare, rapinandolo dell'incasso (16 mila euro) e della Smart, per poi legargli i polsi con fascette da elettricista.

I sospetti dei carabinieri di Grumello del Monte caddero subito sugli ambienti della vecchia malavita locale. I due malviventi erano stati descritti non giovani, determinati, e con accento bergamasco. Una prima svolta nelle indagini arrivò dall'esame dei filmati delle telecamere di videosorveglianza del Comune di Telgate: gli occhi elettronici ripresero i due banditi in un parcheggio, nell'atto di arrivare con la Smart appena rapinata e salire su un furgone, che dalla targa risultò intestato ad Antonio Saviano, con precedenti datati per reati contro il patrimonio.

La descrizione fornita dalla vittima e, poi, i filmati della videosorveglianza, hanno permesso di identificare il presunto complice in Giuseppe Mascheretti, originario di Dalmine ma ora residente a Costa Volpino, anch'egli volto noto alle forze dell'ordine per furti e rapine.

Successivi accertamenti hanno portato gli investigatori a chiudere il cerchio, individuando anche un presunto basista: Emilio Magni, pregiudicato per reati risalenti agli anni Settanta (fu condannato per una rapina con sparatoria a un portavalori, avvenuta nel 1978 a Pavia, in cui morirono due guardie giurate).

Sarebbe stato lui, secondo gli inquirenti, a fornire informazioni preziose ai due esecutori materiali del colpo, riguardo alle abitudini dei proprietari del «Nikita». Infatti, all'epoca della rapina Magni lavorava per un'impresa del ramo edile gestita proprio da uno dei titolari della discoteca di Telgate.

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