Inchiesta Brebemi, scorie e cromo
Gli arrestati negano ogni addebito

Giorno di interrogatori per le persone coinvolte nell'ambito dell'inchiesta bresciana su traffico di rifiuti e corruzione. Davanti al Gip Cesare Bonamartiri sono comparsi oggi Giorgio Oprandi, Giovanni Pagani, Walter Rocca, Egidio Grechi.

Giorno di interrogatori per le persone coinvolte nell'ambito dell'inchiesta bresciana su traffico di rifiuti e corruzione. Davanti al Gip Cesare Bonamartiri sono comparsi oggi Giorgio Oprandi, Giovanni Pagani, Walter Rocca, Egidio Grechi e Bartolomeo Gregori.

Tutti (tranne Grechi che si è avvalso della facoltà di non rispondere) hanno voluto rispondere alle domande del magistrato e tutti hanno negato gli addebiti che gli sono stati mossi contro. I legali hanno chiesto per ognuno la revoca degli arresti domiciliari: una decisione si potrà avere solo la prossima settimana.

L'inchiesta come è nota è imperniata su un giro di tangenti per la discarica di amianto di Cappella Cantone e sull'utilizzo di materiale di scarto nel sedime della Brebemi. Giorgio Oprandi, 30 anni di Vertova, ha negato assolutamente di aver indicato all'azienda Locatelli dove portare le scorie con il cromo sotto l'autostrada.

Il Gip gli ha chiesto conto della telefonata a Egidio Grechi, della Locatelli, nella quale si parlerebbe di un carico di scorie, da destinare alla Brebemi come «materie secondarie», mentre Oprandi sosterrebbe che «la scoria è piena di cromo». Oprandi avrebbe fornito un'interpretazione esattamente opposta, di natura tecnina.

Il magistrato ha poi ascoltato Walter Rocca, della Biancinella di Calcinate e Bartolomeo Gregori, responsabile movimentazione dei mezzi alla Biancinella, che avrebbero chiarito la loro posizione.

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