Nei boschi allarme bostrico:
«Ripiantiamo gli alberi originari»

È emergenza bostrico nei boschi dell'alta Valle Seriana. Ma la lotta a questo parassita è iniziata e sta dando buon frutto. Lo confermano i tecnici e rappresentanti della Regione saliti sopra Songavazzo e Cerete per verificare i lavori.

È emergenza bostrico nei boschi dell'alta Valle Seriana. Ma la lotta a questo parassita è iniziata e sta dando buon frutto. Lo confermano i tecnici e rappresentanti della Regione saliti sopra Songavazzo e Cerete per verificare i lavori permessi dal finanziamento di 500.000 euro erogato dal Pirellone alla Comunità montana della Valle Seriana per combattere il parassita.

Raggiunta Falecchio, il gruppo si è diretto a Novezio di Cerete, dove ha imboccato la strada agrosilvopastorale di Pernusino e poi verso la santella di Ca' Masone. Poco prima di arrivare al luogo votivo, lungo un pendio scosceso, ecco la zona di taglio e la prima verifica.

A terra ancora i tronchi abbattuti in questi due anni, con i segni visibili dell'infezione. «Purtroppo in questi anni ci accorgiamo degli errori fatti in passato – ha spiegato Roberto Carovigno, responsabile della Struttura foreste della direzione generale regionale dei sistemi verdi e paesaggio –: a causa dell'abbandono delle terre si tendeva a piantare conifere, specie fuori dal loro optimum climatico».

«Alberi che con gli anni hanno dimostrato tutta la loro debolezza e fragilità di fronte al bostrico – aggiunge –. È quindi fondamentale eliminare i grossi attacchi di questo parassita e favorire il ritorno di specie arboree locali. Certo, la massa legnosa che vediamo a terra ha un valore scarsissimo, quindi sarà destinata al cippato».

Con il sopralluogo Carovigno ha anche ufficializzato la proroga di quattro mesi per i lavori, in ritardo a causa delle condizioni atmosferiche.

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