Cronaca
Venerdì 04 Novembre 2011
Cementificio di Tavernola
Da Roma arriva un ultimatum
Sulla possibilità di usare i rifiuti come combustibile per produrre cemento nello stabilimento della Sacci a Tavernola, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha rinviato ogni decisione. Ma ha imposto che Comune, Provincia e Regione trovino un accordo.
Neanche a Roma hanno le idee chiare. Sulla possibilità di usare i rifiuti come combustibile per produrre cemento nello stabilimento della Sacci a Tavernola, la Presidenza del Consiglio dei ministri ha rinviato ogni decisione imponendo però un ultimatum: il Comune di Tavernola, la Provincia di Bergamo e l'Arpa della Regione Lombardia devono trovare un accordo nei prossimi giorni. In caso contrario, la scelta verrà presa direttamente nei palazzi romani.
Si è risolta così la videoconferenza convocata ieri mattina in Prefettura a Bergamo che ha riunito attorno allo stesso tavolo gli enti locali e l'azienda collegati telematicamente con il Dipartimento per il coordinamento amministrativo della Presidenza del Consiglio dei ministri, l'organismo che deve favorire la concertazione fra gli enti locali in materia di attività produttive, di territorio e di ambiente. L'appuntamento era stato concordato dopo che due lunghissime Conferenze dei servizi, a fine luglio e a inizio settembre, non avevano portato a nulla.
Le posizioni sono ormai note da tempo: il Comune di Tavernola, guidato dal sindaco Massimo Zanni, è assolutamente contrario all'utilizzo dei rifiuti come combustibile nel ciclo produttivo del cemento. L'Arpa, l'Agenzia regionale per l'ambiente, ha invece dato parere favorevole; simile a Giano bifronte si è espressa la Provincia di Bergamo: il Consiglio provinciale di via Tasso si è dichiarato contrario all'unanimità mentre i tecnici, dati alla mano, avevano rilasciato l'autorizzazione integrata ambientale stralciando proprio il capitolo dei rifiuti. Alla finestra rimane il gruppo Sacci, convinto che l'utilizzo dei combustibili da rifiuti porterebbe a un miglioramento delle performance industriali dell'impianto di Tavernola e ridurrebbe l'emissione di sostanze inquinanti nell'aria.
Il dipartimento nazionale per il coordinamento amministrativo prima di prendere una decisione ha voluto ascoltare tutti questi pareri, ma ieri ha richiesto ulteriori documenti a tutti i soggetti coinvolti. Berlusconi non c'era, impegnato per il vertice del G20 in Francia, ma i funzionari romani, secondo quanto ha spiegato il primo cittadino di Tavernola, hanno delineato due possibili scenari. Il primo è che prenderanno atto della netta contrarietà dell'amministrazione comunale e dei cittadini, che si sono espressi contro i rifiuti con un referendum, e quindi diranno definitivamente no alla richiesta della Sacci. In questo caso la vittoria sarebbe tutta del Comune. Il secondo scenario prevede la possibilità di far partire una sperimentazione.
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