I detenuti riabbracciano i figli
Una giornata speciale in carcere

«Questa notte non ho dormito e come me i papà con cui condivido la cella. E' la prima volta che rivedo mio figlio»: Marco è detenuto a Bergamo da un mese; ieri era felice per la Castagnata che ha coinvolto i detenuti e le loro famiglie.

«Questa notte non ho dormito e come me i papà con cui condivido la cella. E' la prima volta che rivedo mio figlio»: Marco è detenuto nella casa circondariale di Bergamo da un mese; ieri era felice per la Castagnata che ha coinvolto detenuti, detenute e le loro famiglie. Ahmed ha già partecipato a momenti come questi, anche lui è emozionato: «Mio figlio ha 4 anni, è nato quando sono entrato in carcere. Occasioni come queste sono belle perché posso giocare con il mio bambino. Durante i colloqui mensili non è possibile». I 70 bambini presenti nella palestra corrono, giocano con i palloncini, disegnano: sono contenti di trascorrere un pomeriggio con i propri genitori.

“Quest'atmosfera mi ricorda una festa di paese con castagne, animazione per i bambini, risate” aggiunge Marco. Una festa ben riuscita. “Abbiamo posto al centro dell'attenzione la famiglia – aggiunge don Fauso Resmini – perché i soggetti più deboli, i bambini, hanno bisogno di un contatto con il genitore, in un contesto diverso da quello limitato del colloquio. Il progetto si sta realizzando grazie al coinvolgimento di molte realtà esterne”.

Infatti ieri nella palestra (rigorosamente in ordine sparso) c'erano i Doctor Clown della Croce Rossa, la banda musicale di Santa Brigida, gli attori del Teatro Viaggio, le donne della Cisl, il Comitato Territorio e Carcere, l'Università di Bergamo con Ivo Lizzola, gli alpini di Celadina che hanno arrostito le castagne, mentre i papà del corso aiuto cuoco hanno preparato il buffet; non mancavano le suore delle Poverelle e i docenti del Centro Eda che lavorano nel carcere ogni giorno.

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