Omicidio di Castelli Calepio confermati 23 anni di reclusione

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a 23 anni di reclusione nei confronti di Roberto Armati, il 39enne carpentiere di Trescore accusato di aver ucciso, nell’ottobre 2000, Hicham Ougoudad, marocchino di 31 anni, in concorso con Veronica Organista, 31enne di Albano S. Alessandro, e Marco Moretti, suo coetaneo di Trescore. La sentenza conferma le decisioni in primo e secondo grado: in entrambi i casi la condanna era stata di 23 anni di reclusione nei confronti di Armati, che attualmente si trova nella casa circondariale di via Gleno. In carcere si trovano anche i due coimputati, essendo diventata definitiva la condanna: per entrambi la Corte di Cassazione ha confermato i 16 anni di reclusione dell’appello.

Questi i fatti contestati. Nella notte tra il 3 e il 4 ottobre del 2000, a Castelli Calepio, presso la diga sul fiume Oglio venne trovato il corpo, picchiato e sgozzato, di Hicham Ougoudad: le indagini, coordinate dal pm Carmen Pugliese, si concentrarono sulla vita sentimentale del marocchino: dai tabulati telefonici emersero contatti con Veronica Organista, a lui legata da circa un anno. Dall’interrogatorio della giovane era emerso che lei, stanca dell’assillante gelosia e dei maltrattamenti del maghrebino, aveva chiesto aiuto a Moretti. Quest’ultimo assoldò Armati per farsi aiutare e insieme tesero una trappola a Ougoudad, attirandolo nell’appartamento della giovane ad Albano Sant’Alessandro. Lì lo aggredirono a colpi di bastone e, a un certo punto, spuntò anche un coltello: non è mai stato accertato chi abbia sferrato il colpo mortale alla gola.

Di fatto i tre imputati hanno sempre sostenuto che si è trattato di una sorta di punizione sfociata in tragedia, negando l’intento di uccidere. Il cadavere venne gettato nell’Oglio. Fu scoperto solo il giorno successivo.

(23/01/2004)

© RIPRODUZIONE RISERVATA