Cinquant'anni di missioni
Beschi: pensiamo alle scelte future

Al termine del Consiglio pastorale, il vescovo Francesco Beschi ha proposto due percorsi di lavoro: «Che cosa ha comportato questa storia di missione per la nostra diocesi? Quali scelte dobbiamo compiere per continuare un cammino missionario alla luce di questa storia?».

Al termine del Consiglio pastorale, venerdì sera 14 ottobre, il vescovo Francesco Beschi ha posto al Consiglio due percorsi di lavoro: «Che cosa ha comportato questa storia di missione per le nostre parrocchie e per la nostra diocesi? Quali scelte dobbiamo compiere per continuare un cammino missionario alla luce di questa storia?».

L'anno prossimo sarà mezzo secolo: cinquanta anni da quando i primi missionari bergamaschi partirono per la Bolivia, diedero vita alla prima missione diocesana bergamasca. Venerdì sera il Consiglio pastorale ha riflettuto sull'impegno missionario della nostra diocesi in vista dell'anniversario.

Don Luigi Boffi ha portato al Consiglio riunito nel Centro congressi Giovanni XXIII dati e riflessioni. Ha detto: «Era l'11 ottobre del 1962 quando partirono i primi due missionari diocesani bergamaschi: erano don Berto Nicoli e don Luigi Serughetti, partirono proprio nel giorno di apertura del Concilio. Partirono per decisione dell'arcivescovo di Bergamo, Clemente Gaddi, che raccolse una richiesta di aiuto da parte del vescovo di La Paz».

«Nel 1976 si diede avvio alla missione bergamasca in Costa d'Avorio e nel 1999 fu il vescovo Amadei che diede il via alla missione diocesana a Cuba, nella diocesi di Guantanamo. Oggi sono 33 i missionari diocesani bergamaschi impegnati con la formula del "Fidei donum". Ventisei sono i laici. In appoggio ai missionari diocesani ricordiamo l'impegno delle suore Orsoline di Somasca, delle Poverelle, del suore del Sacro Cuore e delle Sacramentine...».

«Da quel 1962 sono cambiate radicalmente le condizioni, le chiese locali diventano sempre più consapevoli della loro identità, sempre più robuste. A questo punto è giusto chiedersi che cosa vogliamo fare per il futuro, come interpretare la missionarietà della nostra diocesi».

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