Turismo, debiti per 200 mila €
Cooraltur rischia la chiusura

Un buco da 200 mila euro, albergatori che minacciano vie legali, pendenze giudiziarie all'estero e, su tutto, l'ombra lunga di compensi e consulenze davvero troppo costosi. E l'ufficio chiuso. C'è il rischio di perdersi a ripercorrere la storia di Cooraltur.

Un buco da 200 mila euro, albergatori che minacciano vie legali, pendenze giudiziarie all'estero e, su tutto, l'ombra lunga di compensi e consulenze davvero troppo costosi. E l'ufficio chiuso. C'è il rischio di perdersi, nell'avventurarsi a ripercorrere la storia di Cooraltur, consorzio turistico che lega operatori della Valle Seriana (soprattutto di Castione), ma anche da fuori provincia, come la stazione sciistica di Borno: 19 alberghi, quattro stazioni sciistiche, ma anche noleggi, bar e ristoranti, due tour operator e altrettante scuole sci, una società di trasporti e una sportiva, un commercialista.

Il cartello «chiuso», apparso nei giorni scorsi sulla vetrata dello sportello di Bratto gestito dal consorzio, è soltanto l'ultimo capitolo della saga. Cooraltur nasce 32 anni fa con lo scopo – che ancora fa bella mostra di sé sul sito internet – di «promuovere azioni turistiche ed alberghiere, tutelare il cliente che soggiorna nei vari alberghi e pensioni associati, indirizzare il cliente e il turista in genere».

Farlo, secondo Cooraltur, significava anche andare all'estero, e soprattutto a Est, seguendo quelli che erano i suggerimenti di Regione Lombardia (dove dal 1995 al 2005 sedeva come consigliere il castionese Fabrizio Ferrari). La Regione, infatti, segnalava questi Paesi come ottimi bacini da dove attingere turisti, e finanziava con somme ingenti investimenti in tal senso.

Nel giro di pochi anni furono inaugurati gli uffici Cooraltur di Budapest, Praga, San Pietroburgo, Cracovia, Varsavia e Mosca, tutti ancora aperti quando, nel dicembre 2005, il presidente Felice Spampatti lasciò il suo incarico per dedicarsi all'agenzia Turismo Bergamo. Lo sostituì Antonio Maj, direttore della scuola sci Presolana. Nel 2008 il terzo (e attuale) presidente Demetrio Tomasoni, che nonostante sia subentrato dopo una lunga vicepresidenza, oggi, non esita a definire «sbagliata» la gestione degli ultimi anni.

Il motivo? «Manifestazioni esagerate, contenziosi aperti con tribunali esteri, consulenze molto costose pagate dal consorzio, a cominciare dal compenso del presidente». I debiti di Cooraltur raggiungono i 586 mila euro.

Per fare cassa si vendono cinque proprietà immobiliari all'estero, si licenzia uno dei due dipendenti. Il «buco» si riduce così agli attuali 200 mila euro ma, assicura il presidente di Cooraltur Demetrio Tomasoni, «al di sotto di questa cifra non si può scendere, dal momento che per sanare tutte le questioni aperte abbiamo raschiato il fondo del barile».

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