A Bergamo i genitori di Igor
Lo strazio del riconoscimento

Sono giunti agli Ospedali Riuniti di Bergamo i genitori di Igor, il bimbo bielorusso di 8 anni, morto dopo una caduta in piscina, a Cividate. In giornata le pratiche burocratiche per il rimpatrio della salma. In serata, i familiari di Igor saranno a Cividate.

Sono giunti questa mattina agli Ospedali Riuniti di Bergamo i genitori del piccolo Igor, il bimbo bielorusso di 8 anni, morto dopo una caduta in piscina, mentre si trovava a Cividate ospite di una famiglia.

La mamma di Igor, Natalia, insegnante elementare di 31 anni e il patrigno Alexander, infermiere quarantenne, sono atterrati nelle prime ore del mattino a Milano. Da qui sono stati accompagnati ai Riuniti, dove si trova la salma del bambino, per il riconoscimento.

Una scena straziante quella della madre e del patrigno che ha visto per l'ultima volta il piccolo Igor. A dare conforto in un momento così doloroso ai genitori, anche il presidente e fondatore dell'associazione «Aiutiamoli a vivere», Fabrizio Pacifici.

In giornata saranno eseguite le pratiche burocratiche per il trasporto della salma in Bielorussia. In serata, i familiari di Igor saranno a Cividate ospite da una famiglia.

Nella villetta della famiglia Bonassi, intanto, le serrande sono chiuse. Anche qui tutti sono stretti nel dolore per una tragedia inimmaginabile. Stando ad alcune notizie, i Bonassi avrebbero preferito allontarsi dalla loro abitazione, anche percè si sentono assediati da giornalisti e telecamere.

Sulla vicenda, anche il nostro sito ha registrato numerosi messaggi di cordoglio per la famiglia di Igor. Una «mamma affidataria» che ha conosciuto il ragazzino lo ricorda con parole struggenti: la gita a Schilpario, la domenica a Minitalia, l'intesa con «il papà e la mamma italiani».

Ma la lettera si chiude con un perché. «Cosa è successo Igor, Perchè? A queste domande non si riuscirà mai a dare una risposta. Ora piccolino devi dare tanta forza a tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerti».


: Igor amava andare in bicicletta, era un po' distratto, lecito per la sua età, e soprattutto non sapeva nuotare. E proprio queste sue caratteristiche, quasi fosse tutto segnato, lo hanno accompagnato anche negli ultimi attimi di vita, con quella corsa spensierata in bici, quel momento di sbadataggine e la caduta nell'acqua in cui non sapeva nuotare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA