Una volontaria di Torre Boldone
rapinata nel centro di La Paz

Si trovava nel centro di La Paz, in Bolivia ed è stata vittima di una rapina - ad opera di un finto poliziotto e di due complici, una finta turista e un taxista - per fortuna senza conseguenze sulla sua incolumità fisica. 

Si trovava nel centro di La Paz, in Bolivia ed è stata vittima di una rapina - ad opera di un finto poliziotto e di due complici, una finta turista e un taxista - per fortuna senza conseguenze sulla sua incolumità fisica. Nella borsa però non le hanno lasciato niente: documenti, bancomat e contanti.

Roberta Cirelli, 46 anni, medico di Torre Boldone, ha vissuto attimi di paura per essere rimasta per alcuni minuti in balia di una banda di truffatori, rinchiusa in un'auto. Roberta racconta amareggiata la brutta avventura che le è capitata pochi giorni fa durante un viaggio di piacere in Bolivia. Un ritorno, uno dei tanti, nella terra dove per due anni ha prestato servizio volontario come medico all'ospedale Giovanni XXIII di La Paz legato alla missione diocesana bergamasca. 

«Con la scusa di un controllo il poliziotto ci ha fatto salire in auto, un taxi fermato al momento, evidentemente condotto da un altro complice e lì ha cominciato una perquisizione mettendo le mani su tutto ciò che avevo con me: soldi, cellulare, orologio e infine la tesserina del bancomat. Verificato il tutto il poliziotto mi ha ridato la borsa e mi ha lasciato andare. Ma non avevo più niente nel portafoglio».

Come se non bastasse l'ultima beffa Roberta l'ha amaramente registrata all'Ambasciata italiana in Bolivia dove si è rivolta per raccontare l'accaduto. «Mi dispiace, mi ha detto l'impiegata dell'ufficio consolare – spiega – ma per questo problema deve rivolgersi in Italia. Mi sono sentita indifesa: se fossi stata sola, senza soldi e bancomat, questo sarebbe stato l'aiuto trovato in un presidio italiano all'estero?».

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