Cronaca / Bergamo Città
Giovedì 22 Settembre 2011
Agenti immobiliari: «Bergamo
saprà guardare oltre il muro?»
«Bergamo è capace di guardare oltre il muro?». È quanto si domanda il presidente Giuliano Olivati della Federazione italiana agenti immobiliari professionali, intervenendo nel dibattito sul cantiere di via Autostrada. «Le case belle - dice - si vendono»
«Bergamo è capace di guardare oltre il muro?». È quanto si domanda il presidente Giuliano Olivati della Fiaip, Federazione italiana agenti immobiliari professionali, intervenendo nel dibattito sul cantiere di via Autostrada. E arriva alla conclusione che «le case belle, non fatte a formicaio e con il giusto rapporto tra verde ed edificato, si vendono»
Ecco la sua lettera
«Il tema del nuovo cantiere di Via Autostrada ha colpito profondamente la sensibilità dell'opinione pubblica bergamasca, dai semplici cittadini ai politici agli addetti ai lavori. La stampa ha colto la rilevanza dell'argomento e lo ha giustamente messo in primo piano.
Come Fiaip, Federazione italiana agenti immobiliari professionali, abbiamo evitato commenti a caldo o pareri temerari sul valore (economico, urbanistico ed estetico) dell'operazione, in senso di responsabilità verso tutti i soggetti coinvolti, dalla cittadinanza all'operatore privato. Questo non ci esime dal prendere posizione, ora che la fotografia della situazione si fa sempre più a fuoco.
Anzitutto, a costo di nuotare contro corrente, vogliamo esprimere solidarietà all'operatore, se è vero che in buona fede (fino a prova contraria) ha presentato un progetto che ha passato senza obiezioni il vaglio di due amministrazioni di colore opposto, un progetto che dopo aver ricevuto addirittura elogi per la qualità architettonica ha dato vita ad un cantiere che si ritrova ora con il bollino nero di "ecomostro", commercialmente nefasto.
Detto questo, ci chiediamo però come sia possibile che appunto due amministrazioni, per giunta di opposto colore politico, non abbiano capito che cosa si sarebbe andato costruendo e con quali conseguenze urbanistiche e paesaggistiche, e si ritrovino ora a palleggiarsi le responsabilità nel solito gioco a scaricabarile ("sei stato tu!" - "no tu!" - "ma tu di più!").
Come sia stato possibile pensare di eliminare l'ultimo fazzoletto di verde della zona Carnovali, un quartiere densificato e (sia detto senza offesa ma con grande partecipazione alle istanze dei residenti) urbanisticamente disordinato e di non straordinario appeal immobiliare.
Come non si sia pensato alla difesa dello skyline di Città Alta che è un asset intangibile di enorme valore per Bergamo: uno skyline compromesso non solo per chi arriva in centro provenendo dal casello autostradale, ma soprattutto per la moltitudine di italiani e stranieri che passando Bergamo lungo l'autostrada restano colpiti dalla visione della città sul colle e (magari) tentati di andare a visitarla. Il tutto mentre si cerca di valorizzare il turismo bergamasco, con risultati anche apprezzabili.
Ecco, da questa contraddizione crediamo emerga il senso della difficoltà, per Bergamo, di fare sistema, finalizzando tutte le forze e le azioni in un piano unitario per la salvaguardia e la valorizzazione del territorio.
Come agenti immobiliari professionali non facciamo certo parte dei "ragazzi della via Gluck" contrari al cemento a prescindere, amiamo l'urbanesimo come fonte di cultura e civiltà e ci piace il detto medievale "l'aria della città rende liberi".
Si tratta ora di capire che città vogliamo: una colata di cemento disordinata stile brutta periferia, la piccola Shangai della Valpadana o una Bergamo non ingessata, ma certo rispettosa dei valori urbanistici, architettonici ed estetici che la rendono un museo a cielo aperto che attrae turismo culturale da tutto il mondo?
La risposta non sta a noi ma appunto alla città nel suo insieme. Bergamo sarà capace di guardare oltre il muro? Come agenti immobiliari professionali possiamo solo assicurare che le case belle, non fatte a formicaio e con il giusto rapporto tra verde ed edificato si vendono; tutto il resto è (commercialmente, ma non solo) un azzardo».
Giuliano Olivati
Presidente Fiaip Bergamo
© RIPRODUZIONE RISERVATA