Il cimitero islamico è finito
Sarà inaugurato ad ottobre

I lavori per la realizzazione del cimitero islamico, a Colognola, sono finiti, e l'opera potrà essere inaugurata ufficialmente entro ottobre, Opera non invasiva, dal punto di vista architettonico, rispettosa di sensibilità e simboli altrui, con decorazioni geometriche tipiche dell'architettura araba.

«No islam. Fuori dai c..». Il cimitero islamico di Bergamo, o meglio, come si legge sul cancello, il «reparto islamico» del cimitero di Colognola è pronto per il taglio del nastro, ma l'inaugurazione ufficiosa, in quanto ad accoglienza, c'è già stata: la scritta volgare, con spray nero, è sul muro di cemento che delimita il piccolo parcheggio proprio davanti all'ingresso del reparto islamico.

«Intemperanze di qualche intollerante, quello che conta è il risultato. Per noi rappresenta la risposta migliore alle discriminazioni. Inoltre la gente bergamasca non è razzista, lo dimostra questo cimitero», sottolinea Mohamed Saleh, vicepresidente del Centro islamico di via Cenisio e portavoce dei musulmani bergamaschi.

Potrà essere inaugurato ufficialmente entro ottobre: è un'opera non invasiva, dal punto di vista architettonico, rispettosa di sensibilità e simboli altrui, con decorazioni geometriche tipiche dell'architettura araba. La stessa decorazione si ripete all'interno, nel piccolo edificio in muratura: ospita una camera mortuaria e di preghiera, i servizi igienici e un piccolo magazzino. Il resto è prato.

Sono 1.650 metri quadrati di terra, divisi in grandi fazzoletti rettangolari, separati da viali di ghiaia che si incrociano perpendicolarmente, e che servono sia come camminamenti sia per favorire le operazioni per le inumazioni. C'è spazio per almeno 300 tombe; a chiudere l'area destinata agli islamici c'è una siepe: al di là, il campo di mineralizzazione per l'intero cimitero e a destra un varco, attraverso il muro di recinzione, che permette ai visitatori di passare da una zona all'altra.

La spesa è stata di 350 mila euro (in tranche, le ultime fissate nel 2014 e nel 2018), al 90% a carico del Centro di via Cenisio.

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