Moio de' Calvi ricorda il Vajont

La Bergamasca ricorda  la tragedia del Vajont e l'esondazione del 9 ottobre 1963 che travolse i paesi del fondovalle fra Veneto e Friuli. L'appuntamento è a Moio de' Calvi sabato 6 agosto alle 20.45 in Piazza IV Novembre.

Il prossimo 6 e 7 agosto la diga del Gleno rivivrà i tragici fatti del 1923 attraverso il monologo del giornalista Turelli e la musica del Bepi. Negli stessi giorni la Bergamasca ricorderà un'altra tragedia annunciata: quella della diga del Vajont e l'esondazione del 9 ottobre 1963 che travolse i paesi del fondovalle fra Veneto e Friuli. L'appuntamento è a Moio de' Calvi, in Alta Val Brembana, sabato 6 agosto alle 20.45 in Piazza IV Novembre (domenica 7 agosto in caso di maltempo).

Sul palco Omar Rottoli, attore bergamasco che porterà in scena per la venticinquesima volta «Vajont, 9 ottobre 1963, orazione Civile» scritto a quattro mani da Marco Paolini e Gabriele Vacis. Per quest'opera memorabile fu la diretta TV su Raidue del 9 ottobre 1997, quando Paolini recitò in un teatro all'aperto allestito per l'occasione nel bacino di quello che fu il lago del Vajont. La trasmissione vinse l'Oscar della Televisione come miglior programma dell'anno, con un record ineguagliato di ascolti. «Ho voluto mettere in scena il testo in modo integrale – spiega Rottoli - anche se la durata (oltre 2 ore e mezza, ndr) appare impegnativa per gli ascoltatori. Insieme a un gruppo di giovani ho avviato una ricerca di materiali fotografici, video e documenti d'epoca da proiettare per aiutare la comprensione della storia. Ci siamo anche recati al Vajont, nel 2008, prima della rappresentazione inaugurale a Bonate Sotto, per respirare l'aria del luogo, per guardare luoghi pieni di ricordi, per visitare il cimitero delle vittime Vajont di Fortogna, per renderci conto dell'enormità della tragedia, per parlare con persone che l'hanno vissuta».

In questi anni Rottoli ha proposto repliche particolarmente significative. «Nell'ottobre 2010 - continua l'attore – ho presentato il monologo ad Erto, in provincia di Pordenone, nella diga del Vajont e il giorno successivo a Longarone in provincia di Belluno nel fine settimana caratterizzato dal presidio in diga delle associazioni dei Sopravvisuti e dei Cittadini per la Memoria». La vicenda della costruzione del bacino artificiale si intreccia con la decisione irresponsabile di andare avanti con i lavori, nonostante gli evidenti segni di cedimento di una enorme frana, poi precipitata dal monte Toc a bacino pieno d'acqua. L'ondata che si sollevò si abbattè sul fondovalle, sugli abitati di Longarone e comuni limitrofi, provocando quasi 2000 vittime. È una storia di prepotenze e soprusi, di guerra tra poteri forti e poveri contadini, di battaglie politiche ed economiche. «Io credo nel valore formativo di questo testo – sottolinea Rottoli - credo nella forza che può avere il teatro come forma di comunicazione e di insegnamento». Lo spettacolo a Moio de' Calvi sarà ad ingresso libero.

Giambattista Gherardi

© RIPRODUZIONE RISERVATA